Lo stop di Balkan Express:
la versione di Igor Asciutto

28 Marzo 07:00 2018 Stampa questo articolo

«Il momento è molto delicato, siamo in crisi e abbiamo interrotto tutta la programmazione». È Igor Asciutto in persona, general manager di Balkan Express, a ribadire a L’Agenzia di Viaggi Magazine una notizia che già da tempo circolava: lo stop alle vendite del tour operator pescarese. Tanto rapida è stata l’ascesa – con la formula iper low cost (prezzi aggressivi e strutture economiche) che ha scosso il mercato – quanto altrettanto veloce la caduta di Balkan, abbandonata da fornitori e partner a cavallo tra il 2017 e il 2018.

Riavvolgendo il nastro, prima arrivarono le cancellazioni dolorose su Spagna e Grecia la scorsa estate, poi la mannaia dell’interruzione di tutti i voli verso Sharm El Sheikh dall’Italia (dal 21 dicembre a oggi) con il fornitore Sun International che accusò di insolvenza il t.o. Poi la stessa Filo diretto che, a inizio anno, preferì chiudere i rapporti con Balkan Express. Una decisione che la società di assicurazioni, poi contattata, ha scelto di non commentare.
Intanto, in redazione, continuano ad arrivare telefonate di agenzie che segnalano una comunicazione sempre più rarefatta da parte dell’operatore: il call center che squilla a vuoto, la piattaforma di booking ormai svuotata. Chiediamo al gm Asciutto di spiegarci.

Cosa sta succedendo?
«Abbiamo cancellato tutte le prenotazioni, la nostra programmazione è bloccata perché non abbiamo più un fondo di garanzia valido per poter operare. Tutte le prenotazioni effettuate fino a gennaio sono garantite dalla polizza che abbiamo stipulato con Filo diretto, che però ha deciso di non rinnovare più il contratto».

Quindi non avete chiuso i battenti?
«No, ma è tutto bloccato su tutte le destinazioni. Abbiamo chiesto un parere al Mibact su come comportarci e stiamo aspettando una risposta. Senza fondo di garanzia non possiamo riaprire la programmazione e senza programmazione non avremo liquidità».

E nel frattempo?
«Stiamo valutando più ipotesi. In ogni caso, il mercato ha un problema perché non c’è chiarezza. In più, diciamolo, il 60% delle agenzie e dei tour operator è senza fondo di garanzia ma opera lo stesso. Ci sono alcuni casi eclatanti di grandi t.o. che avrebbero operato senza copertura. Noi, almeno, abbiamo avuto senso di responsabilità».

Intanto sono partite le lettere di licenziamento per i dipendenti, in alcuni casi con mensilità pendenti…
«Non potevamo fare altrimenti. Se non possiamo operare, non possiamo pagare gli stipendi».

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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