L’exploit di BagBnb, la startup italiana che custodisce bagagli

L’exploit di BagBnb, la startup italiana che custodisce bagagli
20 Gennaio 13:00 2020 Stampa questo articolo

BagBnb, la startup italiana, anzi romana, vuole risolvere il problema di quasi tutti i viaggiatori: dove lasciare la valigia prima di un’ultima passeggiata alla fine della vacanza.

Fondata nel 2016, con un’ampia copertura globale in 3000 sedi in 300 città, la startup in soli 3 anni si è trasformata in un business solido e sostenibile che è arrivato a conservare oltre 1,5 milioni di bagagli. Come funziona? Una rete di imprese, gli “angeli” di BggBnb, che forniscono servizi di deposito bagagli, con punti sicuri che vanno dagli hotel ai caffè. Guidato da Alessandro Seina e fondato insieme a Giulio De Donato e Giacomo Piva, il team ha superato i suoi concorrenti, che vantano solo 1/3 della quantità di bagagli depositati.

La chiusura del round da 2,5 milioni di euro, interamente coperto da fondi Vv2 e Vv4, gestito da Vertis, permettera a BagBnb di investire nel marketing, attirando giovani talenti con l’obiettivo principale di migliorare l’esperienza del servizio e aumentare la copertura geografica in oltre mille città in tutto il mondo. Nel 2020 BagBnb ha l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il fatturato dell’anno precedente.

«BagBnb vuole diventare un punto di riferimento per chi arriva e parte da una città, risolvendo non solo il problema dei bagagli, che è solo la punta dell’iceberg del viaggiatore. Non è un caso che chiamiamo i nostri partner “angeli”, perché sono il primo e l’ultimo punto che i nostri utenti visitano all’arrivo o appena prima di partire, e con loro vogliamo costruire un’esperienza unica intorno alla nostra rete per tutti i viaggiatori», spiega il ceo e cofondatore Alessandro Seina.

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