L’Enit riparte con Palmucci:
«Più sedi nei mercati-chiave»

18 Marzo 10:52 2019 Stampa questo articolo

«Ho tre anni di tempo, ma già ora alcune cose si possono fare con poco sforzo». In attesa che anche il terzo nome del cda venga ufficializzato, con Magda Antonioli Corigliano accanto al siciliano Sandro Pappalardo, inizia a prendere forma la nuova Enit targata Giorgio Palmucci, neo presidente dell’Agenzia italiana di promozione turistica. «Finalmente avremo un cda composto da persone che vengono dal mondo del turismo, come voleva il ministro fin dall’inizio», sottolinea il manager ex Club Med e Th Resorts, proprio mentre da Itb Berlino e da Mitt Mosca sono arrivati i primi risultati incoraggianti. «Per i russi l’Italia è diventata la terza meta in assoluto dopo Turchia e Thailandia, mentre per i tedeschi siamo sempre la prima destinazione dove trascorrere le vacanze».

Quali saranno le prime azioni della nuova Enit?
«Il turismo di ritorno è una straordinaria opportunità. Pensiamo solo a quanti sono i discendenti di emigrati italiani in giro per il mondo che vogliono venire in Italia».

Altri target su cui puntare?
«Il turismo enogastronomico e quello slow rappresentano due direttrici su cui continuare a investire. Per non parlare del segmento luxury. Gli ultimi dati dell’Enit mostrano, infatti, che tra le mete del turismo upscale c’è l’Italia, destinazione prediletta per i turisti extraeuropei fra i Paesi Schengen con 43 milioni di presenze».

Intanto, gli ultimi dati a disposizione sono positivi.
«Nel 2018 l’Italia ha sorpassato anche la Francia e tallona la Spagna che invece ha subito una flessione dell’1,4% in termini di presenze internazionali. Continua, poi, a crescere la spesa dei turisti stranieri in Italia (+5,8%) e impennano le vendite del turismo organizzato».

E per il 2019 quali sono le previsioni?
«Ottime anche quest’anno. Nel primo semestre le prenotazioni sui voli verso l’Italia dovrebbero aumentare del 2,8% rispetto al 2018, mentre proseguirà la flessione della Spagna a -7,6%».

Come vi muoverete riguardo alle sedi Enit all’estero?
«Qualcosa si è fatto, ma resta ancora molto da migliorare. Siamo ben strutturati in Europa, ma non si possono presidiare mercati importanti come l’India e la Cina senza avere una presenza capillare sul territorio. Studieremo soluzioni di concerto con le ambasciate, l’Ice e le sedi consolari all’estero».

E con il resto dell’industria turistica ci sono progetti?
«La parola “fare sistema” non mi piace, bisogna però creare sinergie con il mondo del lavoro e della scuola, mettere insieme operatori privati e pubblici. Quante sono, ad esempio, le guide turistiche che parlano cinese?».

Le novità riguardano anche i rapporti con le Regioni?
«La promozione Enit nelle principali fiere di settore è già cambiata molto. I nostri stand sono tornati a essere grandi e attrattivi, ma già dal prossimo Wtm alcune importanti regioni torneranno sotto il cappello dell’Agenzia».

L’Italia è tornata a essere attrattiva anche dal punto di vista degli investimenti alberghieri…
«È vero, lo dimostrano i dati dell’Ihif di Berlino. Il sistema alberghiero italiano riveste un ruolo importante nel panorama internazionale, con oltre 1 milione di camere è primo in Europa e terzo al mondo. Finalmente, si sta vedendo in questi anni l’interesse sia di fondi investimento, che di operatori stranieri finora assenti in Italia. Pensiamo solo ad alcuni grandi Gruppi internazionali, ad esempio asiatici».

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Giorgio Maggi
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