Le Regioni al fianco dei parchi permanenti: «Il governo cambi i codici Ateco»

Le Regioni al fianco dei parchi permanenti: «Il governo cambi i codici Ateco»
15 Dicembre 15:04 2020 Stampa questo articolo

Parchi divertimento inseriti nel novero delle imprese turistiche attraverso la modifica dei codici Ateco. È quanto chiede la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – guidata dal presidente Stefano Bonaccini – al governo, con particolare riferimento al ministro Dario Franceschini.

Le regioni accolgono la richiesta dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani per far cambiare la norma che oggi include il settore dei parchi tra le attività di spettacolo.

Dal punto di vista formale, il processo prevede infatti un’integrazione del “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo” (D.Lgs. 23 maggio 2011, n. 79) abbinata a una modifica dei codici Ateco.

«L’istanza delle Regioni arriva dopo un lungo processo di sensibilizzazione che abbiamo condotto nei confronti delle istituzioni, in anni in cui il comparto registrava una crescita costante – dichiara Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia – Nel giugno del 2019 eravamo finalmente arrivati a un passo dall’obiettivo e avevamo organizzato una conferenza stampa con il precedente ministro, poi il cambio di governo e l’epidemia hanno determinato una battuta d’arresto. Oggi facciamo fatica a interloquire con il ministro Dario Franceschini: pur comprendendo i suoi impegni, non possiamo esimerci dal constatare che non ha ancora dato seguito alle nostre richieste d’incontro».

L’intervento delle Regioni, finalizzato a garantire la continuità delle imprese e dell’occupazione, arriva al termine di un anno difficile per il comparto. Fino a oggi i parchi sono stati esclusi da tutti gli interventi stanziati dal governo e registrano perdite del 75%, collocandosi tra le aziende più colpite dalla crisi. A ciò va aggiunto che nel 2020 il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura e che quattro importanti realtà imprenditoriali del nord Italia sono già passate di mano a fondi di investimento stranieri.

L’integrazione dei parchi divertimento nelle imprese turistiche rientra nel processo evolutivo del comparto, che nel corso degli anni ha acquisito un peso più importante nell’offerta turistica: nel 2019 sono stati 20 milioni i visitatori provenienti dall’Italia, a cui si aggiungono 1,5 milioni di stranieri, per un totale di 1,1 milioni di pernottamenti in hotel. Sempre nel 2019, il settore, che conta circa 230 parchi in tutta Italia tra tematici, acquatici e faunistici, ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro e 25.000 posti di lavoro. Cifre che salgono a 2 miliardi di euro e 60.000 occupati considerando l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzione e altri servizi complementari.

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