L’altro internet è DWeb: contro Google e Facebook

by Andrea Lovelock | 18 Ottobre 2018 7:00

L’hanno già ribattezzata DWeb, ovvero la decentralizzazione del web. Nelle scorse settimane, a San Francisco, oltre 800 esperti del settore, tra cui il “padre” di internet Tim Berners Lee (nella foto), si sono riuniti per confrontarsi su come aggirare i colossi Google e Facebook e creare una rete nuova in cui si possa comunicare senza più dipendere dalle grandi aziende. A rivelarlo è un articolo apparso sul britannico The Guardian.

In altre parole il DWeb sarà un web senza intermediari e guardiani che, di fatto, catturano i dati personali degli internauti e invadono gli schermi di promozioni per vendite online, spesso indesiderate. Un fronte virtuale che intende arginare lo strapotere di gigante come Google, Microsoft, Amazon e Facebook.

Il grosso problema dibattuto a San Francisco è che oggi miliardi di dati personali sono nelle mani di pochi colossi del web con un crescente rischio di violazioni della privacy o addirittura di manipolazioni, nonostante leggi a tutela dei dati come il Gdpr europeo.

Sul DWeb è già al lavoro la società Protocol Labs, che ha svelato alcuni dei grossi cambiamenti che si profilano all’orizzonte. Rispetto all’attuale indirizzamento che obbliga i computer a recuperare contenuti tramite protocolli http e https, il DWeb utilizzerà link che identificheranno le informazioni, non sulla base della posizione, ma del contenuto, e con questa modalità sarà possibile archiviare e diffondere le informazioni tra computer e computer, senza dover ricorrere al singolo server come canale di scambio.

Ad oggi il DWeb non è ancora una realtà, ma esistono applicazioni, sebbene ancora in fase sperimentale, e sono operativi siti per gli acquisti come OpenBazaar e DTube, l’alterego decentralizzato di Youtube.

Ma come tutte le rivoluzioni ci sono controindicazioni che vale la pena ricordare: senza grandi intermediari aumenta il rischio di abusi online, l’uso indiscriminato della Rete e della conservazione di dati. Ecco perché, secondo gli esperti, prima che il DWeb diventi un fenomeno planetario è bene che gli 800 cervelli che si sono riuniti a San Francisco tornino a confrontarsi sulle misure di sicurezza e sulla tutela degli utenti, soprattutto gli adoloscenti.

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