L’allarme di Confindustria Alberghi: “Senza stranieri le città restano chiuse”

06 Luglio 11:14 2020 Stampa questo articolo

L’assenza del turismo internazionale, che per l’Italia vale più del 50% delle presenze e 44,3 miliardi di euro, sta mettendo a dura prova le imprese del settore alberghiero e tutto l’indotto turistico in particolare nelle città d’arte.

“La situazione si conferma molto complessa anche nel mese di luglio – scrive in una nota Confindustria Alberghi – malgrado la riapertura al mercato Schengen e quella molto parziale al turismo extra Ue. A incidere negativamente pesa anche l’assenza di collegamenti aerei che sono ancora molto scarsi da e per l’Italia e anche all’interno del Paese”.

Secondo Confindustria Alberghi, “le prospettive future continuano a essere molto difficili con una domanda ancora bassa e prenotazioni che stentano ad arrivare. Nel complesso le strutture che hanno ripreso almeno parzialmente l’attività, per la seconda settimana consecutiva non superano il 40% del totale. Un quadro confermato anche dall’andamento dei prezzi che fanno segnare una contrazione di oltre il 10% rispetto al 2019”.

Meglio per le destinazioni di mare, dove sale il numero delle strutture che stanno riaprendo, ma comunque con un’occupazione camere ben lontana dal tutto esaurito. Anche sul fronte occupazionale il momento continua a essere drammatico. Oltre il76%delle aziende alberghiere continua a ricorrere agli ammortizzatori sociali per affrontare la forte riduzione dell’attività.

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