L’affondo di Ezhaya: «Imprese condannate a morte»

L’affondo di Ezhaya: «Imprese condannate a morte»
03 Luglio 09:00 2020 Stampa questo articolo

«Un delitto perfetto». Lo dice Pier Ezhaya, consigliere delegato Astoi e manager Alpitour, riferendosi alle misure adottate sul tema frontiere per via del Covid-19: «il modo in cui si è aperto o chiuso ad alcuni Paesi è singolare. Un esempio: possiamo organizzare viaggi verso il Ruanda, ma non verso la Tanzania, meta con Zanzibar di molti italiani, nonostante nello Stato africano ci siano stati soltanto 509 casi di coronavirus accertati. È un’assurdità».

Ezhaya, intervistato da La Repubblica, non usa mezzi termini: «Il ministro del turismo Franceschini ci ha abbandonati. Non soltanto non ha accolto le richieste che abbiamo fatto, ma non ha proposto misure alternative efficaci. Così ha condannato a morte le imprese, con la beffa dei Paesi con confini aperti oppure no».

Fino al decreto Rilancio, per cui si stanno chiedendo modifiche sostanziali, prime tra tutte l’incremento del fondo per il turismo organizzato (attualmente di 25 milioni) e modalità semplificate per l’accesso allo strumento, senza dimenticare un migliore assetto del fondo perduto, che come parametro di calcolo per l’erogazione consideri più mesi, non solo aprile. E ancora «prolungamento della cassa integrazione in deroga fine a fine anno; estensione del credito di imposta per gli affitti anche a tour operator, agenzie e organizzatori di eventi».

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Giulia Di Camillo
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