La Tuscia che non ti aspetti tra jukebox e Nutella

05 Dicembre 07:00 2018 Stampa questo articolo

«Ho portato io Amanda Lear in Italia. Bellissima, spiritosissima. Volete sapere se è uomo o donna? Non lo dirò mai, non l’ho detto a nessuno». Esordisce così Gianni Naso, padrone di casa dell’agriturismo L’accordo a Vetralla, durante la cena nella sua sala dedicata a Elvis Presley. Romano, classe 1945, disc-jockey negli anni ’60 e ’70, direttore artistico a Sanremo negli anni ’80, da 15 anni ha scelto la Tuscia come luogo d’adozione, da 13 è oste e produttore d’olio e vino in quello che potrebbe dirsi un museo della musica – tra giradischi, strumenti, jukebox, vinili, poster – circondato da 10 ettari di verde. E se dopo il palcoscenico ha scelto questa terra, un motivo ci sarà. Anzi sette, come i turismi della provincia etrusca – termalismo, enogastronomia, cultura, natura, laghi, mare, religione – dove il Lazio si confonde nell’accento toscano, la tempra degli abitanti è coriacea e i sorrisi accennati mai di circostanza.

VisiTuscia – Borsa del Turismo e dell’Agroalimentare promossa dal Cat e dal suo presidente Vincenzo Peparello – giunta alla decima edizione, riesce a raccontarne l’essenza. Lo fa attraverso le Terme dei Papi e l’hotel Salus, 4 stelle a cui affiancare nuove strutture per permettere anche ai gruppi di godere dell’offerta wellness e leisure. E al tema dedica il convegno “Il rilancio del sistema termale viterbese” con gli esperti Aurelio Crudeli, direttore generale Federterme e Stefano Landi, presidente SL&A, per proseguire la strada verso un polo laziale che non abbia nulla da invidiare ai più blasonati di Toscana, Emilia Romagna e Campania.

Cuore della Tuscia è il capoluogo, medievale, elegante, con il Palazzo dei Papi, il borgo antico già in abiti natalizi e la Viterbo sotterranea, reticolo di gallerie scavate nel tufo 2500 anni fa, percorribile per un centinaio di metri, con i restanti chilometri di cunicoli in fase di studio. In una delle sale è prevista ad aprile 2019 l’apertura del museo dei templari.

Nel frattempo si incrocia la via Francigena, in quella che è anche detta Maremma laziale, dove si lavora per l’affermazione del marchio Vetralla per l’olio extravergine d’oliva nella Dop che oggi conta 52 comuni del territorio. Olio, castagne, nocciole del viterbese prelevate dalla Ferrero per la sua Nutella, porcini, cicorie, finocchietto selvatico, tozzetti e ciambelline al vino, altra eccellenza di questa terra: non puntare su sapori e profumi sarebbe un errore. Così come non esplorare il perimetro del lago di Bolsena, con uno dei cinque musei italiani della navigazione, dove le reti di impresa di Marta e Capodimonte offrono alternative all’estate lacustre.

«Siamo innamorati di questa terra e dobbiamo mettere sul mercato prodotti allettanti – commenta Peparello – Sistema, turismi e qualità: oggi le persone si muovono sulla base della motivazione e si vogliono emozionare; stiamo lavorando a un’offerta che duri tutto l’anno».

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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