La Spagna “chiama” i pellegrini tra Murcia e Cantabria

21 Ottobre 12:08 2016 Stampa questo articolo

In Spagna, due mete di pellegrinaggio – Santo Toribio de Liébana in Cantabria, e Caravaca de la Cruz, nella regione di Murcia – per una singolare coincidenza nel 2017 celebreranno entrambe un Anno Giubilare (tra l’altro con Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela costituiscono i cinque luoghi santi della cristianità). Le abbiamo visitate in occasione di un viaggio organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi e dall’ente del turismo spagnolo in collaborazione con gli enti locali, e con due accompagnatori d’eccezione: monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente e amministratore delegato dell’Orp, e Carlos Hernandez Garcìa, consigliere di Turismo dell’ambasciata di Spagna in Italia, nonché direttore dell’ufficio spagnolo del turismo a Roma.

Affacciata sul golfo di Biscaglia, con una costa dove si alternano alte scogliere e lunghe spiagge sabbiose, e un entroterra dalla vegetazione lussureggiante, e aspre montagne che culminano negli oltre 2mila metri dei Picos de Europa, la Cantabria può vantare due itinerari di pellegrinaggio della cristianità: un tratto del cosiddetto “Cammino della Costa” o “Camino del Norte”, il più antico dei percorsi seguiti dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela; e il “Cammino Lebaniego”, che in parte tocca le stesse località del precedente, e che viene percorso dai fedeli che si recano al monastero di San Toribio di Liébana per venerare la reliquia del “Lignum Crucis”, il frammento più grande della croce di Cristo, portato qui dalla Terrasanta nell’VIII secolo per proteggerlo dall’invasione araba. Un monastero, fondato nel VII secolo nei pressi di Potes ben noto perché qui il beato di Liébana aveva scritto un “Commento all’Apocalisse di San Giovanni”, molto ammirato anche per le magnifiche illustrazioni policrome le cui copie si possono ammirare nella medievale Torre dell’Infantado di Potes. In seguito al gran numero di pellegrini che si recavano a rendere omaggio alla reliquia, nel 1512 papa Giulio II emise una bolla con la quale stabiliva che in questa località si celebrasse il Giubileo negli anni in cui la festa di San Toribio, il 16 aprile, coincide con la domenica (come appunto nel 2017).

Molte le visite consigliate lungo il Cammino. Per esempio, al Parco Nazionale dei Picos de Europa, dove con la teleferica Fuente Dé si sale a 1.850 metri di altezza, superando un dislivello di 800 metri, per un ampio panorama sulle cime e le vallate della regione. E, ancora, alla chiesetta di Santa Maria de Lebeña, bell’esempio di stile mozarabico; a San Vicente de la Barquera, antico porto sulla costa, punto d’incontro dei due Cammini, di Santiago e di Liébana, dove la chiesa di Santa Maria de los Angeles è un gioiello di arte gotica; a Comillas, con l’imperdibile visita al Capricho di Gaudì, una delle sue prime opere, nonché al neogotico Palacio de Sobrellano e all’edificio in stile gotico-mudéjar oggi sede dell’università pontificia; a Santillana del Mar, con un centro storico medievale ben conservato, tra stradine acciottolate, dimore signorili, e complessi architettonici come la Collegiata di Santa Juliana, notevole esempio di arte romanica in Cantabria.
A un paio di chilometri da Santillana, da non mancare il museo di Altamira, dove nel 1879 fu scoperta una grotta con le pareti e il soffitto ricoperti da magnifiche pitture rupestri: raffigurazioni di animali, soprattutto bisonti, cavalli e cervi, in nero, rosso e ocra, realizzati tra 13mila e 35mila anni fa. La grotta, dichiarata dall’Unesco nel 1985 patrimonio dell’umanità, ha poi richiamato così tanti visitatori che per evitare il deterioramento delle figure, nel 2002 è stata chiusa al pubblico; ma oggi nel museo si può ammirare un’incredibile riproduzione a grandezza naturale della camera più interessante della Cueva.
Punto di arrivo e partenza del nostro itinerario, Santander, capoluogo della Cantabria. Situata sulla riva settentrionale della bella baia omonima, la città – nonostante un incendio che nel 1941 ha quasi completamente distrutto il centro storico – ha conservato una certa eleganza da belle époque, dovuta anche al fatto che all’inizio del XX secolo il re Alfonso XIII la scelse per trascorrervi l’estate, di fatto rendendola una località di villeggiatura di gran moda. Alla famiglia reale la città donò un palazzo dall’architettura eclettica che domina la penisola della Magdalena, da cui si gode un’ampio panorama. Magnifiche anche la passeggiata sul lungomare e, tra le spiagge, quella del Sardinero, famosissima tra i surfusti. Più recente la concessione da parte di papa Giovanni Paolo II a Caravaca de la Cruz di poter celebrare il Giubileo Perpetuo ogni sette anni: il prossimo appunto nel 2017, con apertura della Puerta de la Vida l’8 gennaio. Secondo la leggenda, nel 1232 il re moro Abù Zaid si convertì al cristianesimo quando vide due angeli portare giù dal cielo una croce, per consentire a un sacerdote prigioniero nel castello di dire messa; e in seguito all’interno del castello venne edificato il Santuario, una costruzione dalla facciata di marmo rosso su cui è raffigurata l’esaltazione della Santa Croce.
La Vera Croce di Caravaca, che si venera dal XIII secolo, ha quattro bracci e ingloba un frammento del legno della croce di Gesù. Ogni anno, dal primo al 5 maggio, a Caravaca de la Cruz si celebrano le feste della Santissima e Vera Croce. In particolare, il 2 maggio si svolge la popolare gara dei Cavalli del Vino, il 3 una processione sfila per le strade della città vecchia, mentre il 5 la processione dell’ascesa della sacra reliquia al santuario conclude le feste.

Nella vicina cittadina di Mula, dominata da un bel castello del XVI secolo, il Real Monasterio de la Encarnaciòn (complesso barocco costituito da una chiesa e da un convento, che ospita anche un piccolissimo gruppo di monache di clausura) conserva invece una reliquia della Santa Spina, cioè una delle spine della corona di Cristo. E in occasione della nostra visita, al convento è stata donata una piccola croce ricavata dal legno di uno dei barconi approdati a Lampedusa.
Nella regione di Murcia si possono seguire diversi “Cammini della Vera Croce”, itinerari eco-turistici che passano lungo tratturi, strade verdi, percorsi storici e sentieri rurali. Il più importante è un itinerario turistico culturale di quasi 900 km da Roncisvalle a Caravaca: costituito da antichi percorsi storici, attraversa cinque Comunità Autonome (Navarra, Aragona, Comunità Valenciana, Castiglia La Mancia e Regione di Murcia) e più di 90 comuni, e anche in questo caso il Cammino coincide in parte con quello di Santiago.

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Cristina Melis
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