La sfida tedesca di Enit tra nicchie e high spender

05 Marzo 07:00 2019 Stampa questo articolo

Dal mass-market al segmento medium-high spender: la grossa novità per l’incoming italiano 2019 rivolto al mercato tedesco è tutto in questo cambio di paradigma. Anche perché dall’osservatorio aggiornato Enit sulla Germania, si scopre che il potere di acquisto medio pro capite dei tedeschi è salito a quota 24mila euro con picchi soprattutto in Baviera.

Visto che l’Italia si piazza ancora una volta al secondo posto tra le mete estere preferite dai tedeschi (dopo la Spagna, ndr) con 14,5 milioni di arrivi e quasi 60 milioni di pernottamenti, la promozione turistica del nostro Paese può e deve puntare a intercettare anche il segmento di viaggiatori tedeschi con una buona capacità di spesa. In particolare la fascia degli over 55 che proprio nel 2018 ha fatto segnare movimenti record verso l’Italia.

L’appeal si declina sempre con  la triade sole, buon cibo e natura; ma anche con gli sci invernali e l’emersione di trend per lo snowboarding e il cross-country skiing. Tra le offerte italiane che cominciano a destare grande interesse tra i tedeschi, inoltre, figurano anche il golf e il cicloturismo, con una particolare attenzione alla sostenibilità. Da qui le mosse promozionali dell’Enit che sta puntando su campagne mirate alla riscoperta di luoghi meno conosciuti del nostro Paese: ovvero i prodotti di nicchia, come l’Italia dei piccoli borghi, i bike-tour alla scoperta della campagna, viaggi active e trekking.

«Per il 2019 – spiega Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo Enit –  quasi il 30% dei tedeschi ha manifestato interesse a viaggiare e spendere di più in Italia e quindi i fattori tempo e denaro si prevedono positivi rispetto al recente passato. Ecco perché punteremo su indicatori come la crescita dei segmenti lusso, wellness, outdoor nonché su bleisure e crociere».

Nel dettaglio relativo a dove amano soggiornare i tedeschi in Italia, le regioni più scelte sono Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, seguite da Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Lazio e Campania. Le ragioni di queste preferenze sono legate anche alla logistica, che vede la metà dei turisti  tedeschi muoversi prevalentemente in auto. Sono quasi sette milioni i tedeschi, invece, che utilizzano l’aereo e solo 500mila, infine, scelgono il pullman.

Un discorso a parte merita il prodotto mare per il quale l’Italia ha sofferto molto la concorrenza degli ultimi anni di mete alternative del Mediterraneo, ma il cosiddetto zoccolo duro degli amanti delle acque italiane continua a privilegiare – sempre secondo l’osservatorio Enit – il pacchetto-viaggio completo che rimane la soluzione che fa più presa sul turista e sulle famiglie tedesche.

La formula all inclusive, regina delle programmazioni per il mass market, è apprezzata sia dalle nostre parti che in Paesi concorrenti come Spagna e Grecia. Una modalità di soggiorno che  permette al tedesco di tenere sotto controllo la spesa complessiva per la vacanza e di non dover pagare per ogni servizio aggiuntivo: il costo del pacchetto include lettini, ombrelloni e sdraio, bevande e ristorazione.

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Andrea Lovelock
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