La ricetta per la ripartenza
al Wttc Global Summit

La ricetta per la ripartenza <br>al Wttc Global Summit
27 Aprile 07:49 2021 Stampa questo articolo

Igienizzazione delle mani, distanziamento sociale e mascherina. Le tre misure ormai universali dell’ultimo anno aprono anche l’edizione 2021 del Wttc Global Summit in corso a Cancùn, in Messico, in modalità ibrida: virtuale e in presenza.

È il tempo dei bilanci quello della prima sessione “The big picture” e in particolare del panel “Covid-19, from the start to present”, moderato dalla giornalista e ambasciatrice del Wttc Kathleen Matthews, al suo primo viaggio internazionale dall’inizio della pandemia. «Il che mi fa pensare che finalmente stiamo uscendo da questa situazione di stallo, da una crisi 17 volte maggiore rispetto all’ultima ricordata. È tempo di accelerare il recupero», afferma, prima di introdurre gli interventi dei suoi cinque ospiti: Arnold Donald, presidente e amministratore delegato Carnival Corporation; Rita Marques, segretario di Stato del Turismo del Portogallo; Matthew Upchurch, presidente e amministratore delegato di Virtuoso; José Reynoso del Valle, vicepresidente esecutivo e chief revenue officer Telmex; Greg O’Hara, fondatore e managing partner Certares.

Il punto è che nella prima parte del 2020 il mondo è cambiato, con una tragedia che ha modificato drasticamente il modo di vivere. A pagarne le conseguenze, più di altri, l’industria dei viaggi, con 62 milioni di posti di lavoro e 4,5 trilioni di dollari nel Pil globale persi.

Ma il comparto resiste ed è pronto a riprendersi più rapidamente possibile, con l’aiuto dei governi, a cui vengono chieste regole chiare e uniformi, della cooperazione, della tecnologia, della comunicazione, degli obiettivi di sostenibilità e di quanto appreso sulla necessità di contemplare il rischio.

«Le nostre responsabilità principali oggi sono sicurezza e sostenibilità – dice Arnold Donald di Carnival – Il punto più basso di quest’anno è stato quando il mondo si è fermato e non sapevamo cosa fare, le persone erano sulle navi e dovevano tornare a casa. Dovevamo gestire i rimpatri e le quarantene. D’altra parte è stato un momento di grande umanità e spirito di sacrificio. Però stiamo per ripartire anche negli Stati Uniti, a cominciare dai Caraibi. Per la ripresa servono uniformità e coerenza da parte delle autorità dei vari Paesi. Abbiamo bisogno di rafforzare l’alleanza pubblico-privato. Il settore dei viaggi deve imparare a convivere con il Covid-19 per un futuro brillante e intanto abbiamo imparato a comunicare meglio e in maniera più chiara».

La priorità è «mantenere la società viva, combattere il virus – aggiunge la portoghese Rita Marques – Per il futuro mi sento ottimista, sarà brillante. A marzo 2020 ragionavamo sulle riaperture per Pasqua e invece non eravamo preparati al fatto che la pandemia durasse tantissimo. Dobbiamo oggi andare avanti passo dopo passo. In Europa l’Ue ha deciso di far ripartire i viaggi; la barriera da superare adesso è la percezione del rischio. Serve una strategia di comunicazione che raggiunga tutti, opportuna e diretta».

Difficile trovare il momento più basso per Matthew Upchurch del network di agenzie di lusso Virtuoso, «però abbiamo lavorato per non perdere i nostri clienti. C’è voluta tanta adrenalina e adesso bisogna pensare che la distruzione ha in qualche modo ha aiutato la nostra professione in quanto a spirito di collaborazione, connessione. Adesso i governi devono procedere con protocolli, valutazione del rischio e riaperture, e sta facendo bene l’Unione Europea. Nel frattempo le persone stanno riconsiderando i comportamenti di viaggio e bisogna ripartire all’insegna della sostenibilità. La lezione principale è stata ragionare sul concetto di cooperazione e sul come creare un ecosistema duraturo e sempre più connesso».

L’industria delle telecomunicazioni, invece «non ha conosciuto un momento davvero basso a livello lavorativo – spiega José Reynoso del Valle della compagnia telefonica messicana Telmex – Abbiamo lavorato e stiamo lavorando più di prima per trovare sempre soluzioni tecnologiche in tempo reale, per rendere tutti sempre connessi. La tecnologia deve essere parte fondamentale della ripartenza e c’è tanto lavoro da fare. C’è una transizione in atto e l’innovazione deve supportare tutte le esigenze dei viaggiatori, con una comunicazione agile. Dobbiamo allo stesso tempo essere ben preparati a eventuali crisi future».

La capacità di «considerare il rischio e prendere decisioni» è la lezione principale di questa pandemia, secondo Greg O’Hara del fondo Certares: «Il punto più basso è stato quando ci siamo resi conto che questo virus durava tanto. Non lo credevamo all’inizio; i primi mesi pensavamo che a breve sarebbe sparito e poi la realtà è stata un’altra – ammette – L’industria dei viaggi è eterogenea e i tempi di recupero sono e saranno diversi a seconda delle imprese. Servono tempo e attenzione per recuperare e tornare a essere forti. E serve coerenza da parte dei governi. I viaggiatori devono essere in grado di viaggiare e prenotare, le aziende di poter programmare con chiarezza».

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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