La proposta Assohotel-Assocamping: “Ok agli incentivi, ma stop alle imposte”

La proposta Assohotel-Assocamping: “Ok agli incentivi, ma stop alle imposte”
01 Marzo 13:14 2021 Stampa questo articolo

Stop ai costi per le imprese del turismo: imposte e costi slegati dalla produzione di reddito (Tari, seconda rata Imu, imposta di pubblicità per le insegne Icp, tasse e accise sulle utenze, abbattimento dei costi fissi in bolletta slegati dal reale consumo o utilizzo del servizio).

Sono le richieste di Assohotel e AssocampingConfesercenti Emilia Romagna. “Il settore dell’ospitalità-ricettivo sta attraversando il momento più buio della propria storia e per questo chiediamo al nuovo governo e a tutti gli enti territoriali di fermare il cash out delle imprese per salvarle”, scrivono i direttivi in una nota.

“Nel contempo è necessario dare prospettiva e fiducia al settore, con una politica di incentivi per l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento delle strutture anche in un’ottica di miglioramento dell’impatto ambientale – aggiungono Assohotel e Assocamping – L’allargamento a tutte le imprese turistico-ricettive dei bonus edilizi esistenti (dal 110% in giù), estendendoli anche agli adeguamenti alla normativa antincendio (si chiuderebbe così una questione che va avanti dal 1994) e la creazione di un fondo destinato agli investimenti delle Pmi del ricettivo italiano che sono la struttura portante del settore, sono le ulteriori proposte emerse”.

Il vicepresidente nazionale di Assohotel Nicola Scolamacchia ha fatto il punto sulla situazione. «Secondo le stime Istat, il calo del fatturato per il settore dell’ospitalità, nel 2020 rispetto al 2019, è drastico, circa meno 54,9%, con un forte ridimensionamento nell’ultimo quadrimestre, dove si è registrato un meno 70% – ha detto – I ristori ricevuti nel corso del 2020 non hanno coperto nemmeno lontanamente i costi fissi delle nostre imprese, in pratica ci è stato dato meno di quello che ci è stato chiesto. Si pensi che sulla Tari ben oltre il 90% del corrispettivo del “servizio” richiesto è in realtà un costo fisso e ineludibile. Anche se un hotel o campeggio lavora molto poco come nel 2020, il costo rimane alto e fisso. Parliamo di cifre che vanno dai 15.000 euro per hotel di piccole dimensioni a 80.000 euro e oltre per campeggi e hotel di grandi dimensioni».

Il vicepresidente è entrato nel merito anche dei costi delle utenze che «in questo periodo di pandemia sono rimasti altissimi, ad esempio i costi fissi per l’energia pesano il 2/3 della bolletta tra tasse/accise, costi legati alla potenza installata ecc. Anche in questo caso, si tratta di decine di migliaia di euro. Molti alberghi sono chiusi da mesi, altri lavorano con tassi di occupazione bassissimi, nessuno è più in grado di sostenere questi costi ed è forte il rischio di distruggere ciò che tanti appassionati imprenditori del turismo hanno costruito in decine di anni».

La presidente regionale e nazionale Assocamping Confesercenti Monica Saielli è tornata sulle attuali restrizioni prorogate. «Il prolungamento delle misure restrittive fino al 6 aprile sta gettando il comparto in uno stato di forte preoccupazione – ha commentato – Tanti campeggi prevedevano l’apertura per la Pasqua, che rappresenta un’autentica boccata di ossigeno per le nostre casse ormai vuote e molti operatori si stanno chiedendo come procedere. Bisogna partire subito con una poderosa campagna vaccinale fondamentale per tutelare la salute dei cittadini, consentire spostamenti in assoluta sicurezza e salvare le aziende che vivono di turismo. Indispensabile procedere alla sospensione di mutui anche a tutto il 2022 e commisurare la Tari all’effettiva produzione di rifiuti».

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