La Germania salva Tui:
aiuti di Stato per 2 miliardi

by Gabriele Simmini | 27 Marzo 2020 11:01

Il libero mercato affossato dall’effetto Covid-19 con il gran ritorno dello Stato e delle nazionalizzazioni. È forse questo l’effetto più sorprendente di questa storica crisi: tanto che perfino il gigante tedesco Tui è in procinto di essere salvato dal governo tedesco, una soluzione impensabile fino a qualche mese fa, vista la  repentina fine di Thomas Cook a settembre del 2019.

Ma al giorno d’oggi, con uno stop pressoché globale ai viaggi, e le compagnie aeree in ginocchio a chiedere quotidianamente aiuti ai governi di mezzo mondo, l’improbabile è diventato realtà.

Ammonterebbe a circa 2 miliardi di euro, infatti, la somma che Berlino è pronta a immettere nelle casse del colosso Tui per evitare il fallimento, dopo che lo stesso tour operator ha annunciato qualche giorno fa lo stop a tutte le operazioni.

Secondo Il Corriere della Sera, infatti, l’80% di questo prestito sarà versato dal Kreditanstalt für Wiederaufbau (Kfw), una sorta di Cassa depositi e prestiti tedesca, che è proprio il soggetto economico scelto dal governo tedesco per affrontare l’emergenza coronavirus. L’altro 20% dei circa 2 miliardi di euro sarà fornito da altre banche commerciali tedeschi. Un particolare prestito ponte per Tui che è un vero e proprio aiuto di Stato: una pratica ormai legittimata dall’Unione europea che, proprio per affrontare la crisi dovuta a Covid-19 ha sospeso le regole Ue sull’Antitrust che impediscono gli aiuti di Stato.

Già il 15 marzo scorso Tui – che ha sospeso tutte le vacanze fino a fine aprile – aveva richiesto gli aiuti di Stato, nel frattempo la a Germania ha approvato l’istituzione di un fondo da 600 miliardi di euro per fornire liquidità e garanzie alle imprese o per rilevare quote in aziende in crisi.

Ma è l’intero settore del travel tedesco che sta subendo una crisi generale e sono numerose le aziende che stanno chiedendo l’intervento dello Stato federale per ammortizzare un conteggio parziale delle perdite che già ammonta a 4,8 miliardi tra metà marzo e fine aprile, secondo l’associazione tedesca dell’industria dei viaggi (Drv). Il quotidiano specializzato tedesco Fw, iinoltre, ha riportato come i vari rappresentati del governo abbiano ricevuto già oltre 130mila email che richiedevano una qualche forma di aiuto – nuove condizioni legali, voucher, garanzie, prestiti – per affrontare la crisi.

Al momento in Germania, sono 10mila le agenzie di viaggi che sono state costrette a chiudere, ma solo alcune di queste stanno proseguendo il lavoro esclusivamente online. La maggior parte delle trade company, invece, ha adottato il sistema del Kurzarbeit: una riduzione delle ore lavorative di tutti i dipendenti che prevede il pagamento da parte del governo della maggior parte di questi salari per alcuni mesi. Der (Deutsches Reisebüro), Tui e Lufthansa sono tra le aziende che hanno adottato temporaneamente questa misura.

«La nostra industria è stata tra le più colpite dall’emergenza mondiale e stiamo parlando di un settore che conta circa 3 milioni di addetti ai lavori – ha dichiarato il president di Drv, Norbert Fiebig – Abbiamo chiesto al governo di creare un fondo speciale per il turismo perché il settore ha bisogno urgente di liquidità e abbiamo anche richiesto l’istituzione dei voucher per le vacanze già prenotate e d evitare il boom di cancellazioni, strumenti già adottati in Italia, Belgio e Olanda».

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