La Cina dei panda giganti e della cucina dai 6mila piatti

by Maria Grazia Casella | 2 Aprile 2019 7:00

È bastato l’inserimento nella Top 10 della Best in Asia 2018, la guida Lonely Planet alle destinazioni orientali da non perdere, e – come da copione – il mondo ha scoperto l’appeal turistico del Sichuan, la provincia cinese patria del panda gigante.

Circondata da alte montagne ai piedi dell’altopiano tibetano e lontano quanto basta dai centri del potere, per secoli questa regione ha goduto di un isolamento che ne ha preservato l’imponente patrimonio storico, culturale, religioso e ambientale, tra cui spiccano una mezza dozzina di siti tutelati dall’Unesco. Tanto che gli stessi cinesi considerano il Sichuan la perfetta sintesi di antica e nuova Cina, con preziosi tesori millenari disseminati tra alcune delle città che sono oggi le più vibranti e avveniristiche del Paese del Dragone.

Rimasta finora fuori dai circuiti più battuti, da gennaio questa regione è diventata più vicina grazie al nuovo volo diretto Neos, con la rotta Milano-Guiyang che di fatto apre le porte del sud-ovest della Cina ai viaggiatori italiani, perno di un itinerario nella terra dei panda proposto in esclusiva da Utat Viaggi, che abbiamo testato in anteprima insieme a una trentina di agenti di viaggi.

La torre Jiaxiu, una pagoda d’epoca Ming che sembra uscita da un’antica stampa orientale, ci dà il benvenuto a Guiyang, capoluogo di una provincia ad alta densità di minoranze etniche e bellezze naturalistiche. È la base ideale per visitare la scenografica cascata Huangguoshu, la più grande del Paese, le grotte del Palazzo del Dragone, un complesso speleologico da esplorare in barca, ma anche villaggi tradizionali come Qingyan, che ha conservato il centro storico originale.

Raggiungiamo quindi Chengdu con il treno ad alta velocità, che in meno di tre ore copre gli oltre 600 km che separano le due metropoli. Antico capolinea della Via della Seta meridionale, la capitale del Sichuan è sempre stata una prospera città di commerci, rinomata per la produzione di sete e broccati e per l’elevata qualità della vita. Un’attitudine che conserva tuttora intatta, nonostante sia diventata una metropoli da quasi nove milioni di abitanti. E anche il fatto che possa vantare una delle cucine più apprezzate della Cina la dice lunga sulla sua propensione a godersi la vita.

All’ombra dei grattacieli, abbondano musei, gallerie d’arte e centri culturali come l’Eastern Suburb Memory Park, ricavato all’interno di una fabbrica dismessa, con spazi dedicati a musica, arte, fotografia, cinema e teatro. La raffinata atmosfera dell’epoca Qing si ritrova invece nei silenziosi templi taoisti, nei giardini lungo il fiume Jinjiang e nelle sale da tè tra i vicoli di Kuan Xiangzi, il quartiere storico che pullula di boutique, negozietti, venditori di street food e ristoranti dove gustare la famosa cucina del Sichuan, speziata e piccante come poche, che con i suoi oltre 6mila piatti diversi è valsa a Chengdu il titolo di “città creativa della gastronomia” riconosciuta dall’Unesco.

Cucina a parte, la vera grande attrazione sono i panda giganti: in parchi e riserve del Sichuan vivono protetti l’80% degli esemplari esistenti al mondo. Alle porte della città, visitiamo il Chengdu Research Base of Giant Panda Breeding, il centro più famoso e frequentato, dove tra laghetti e boschi di bambù è possibile osservarli a distanza ravvicinata nel loro habitat naturale. Il Parco dei panda è sulla strada per il Museo Sanxingdui, dedicato all’enigmatica “Civiltà delle Tre Stelle” dello stato di Shu, risalente all’età del Bronzo. Vi sono esposti manufatti di eccezionale raffinatezza, il cui rinvenimento ha rappresentano una delle più sensazionali scoperte archeologiche del secolo scorso.

Non meno interessante è la colossale statua del Buddha Gigante di Leshan, considerata la più grande del mondo, Patrimonio Unesco dal 1996. Alta 71 metri, è stata interamente scavata nella roccia di una montagna che domina la confluenza di due fiumi. Il colpo d’occhio, arrivando dall’acqua, è spettacolare, soprattutto se si pensa che è stata realizzata oltre 1200 anni fa. Soltanto i piedi, per dire, possono ospitare fino a cento persone ciascuno, mentre la testa è lunga quanto un palazzo di cinque piani. La cima si può raggiungere anche a piedi, lungo un percorso cerimoniale che consente di visitare il suggestivo monastero che sorge sulla montagna.

Un altro enorme Buddha, lungo circa 30 metri, ma stavolta raffigurato disteso, è una delle figure centrali del sito delle Incisioni Rupestri di Dazu, un grandioso complesso di migliaia di statue scolpite sui fianchi di una valle a forma di ferro di cavallo. Considerate la massima espressione del Buddismo Tantrico, risalgono al XII secolo e narrano storie e parabole ispirate dagli insegnamenti di Buddismo, Taoismo e Confucianesimo.

Soltanto un centinaio di chilometri separano il sito di Dazu da Chongqing, ma la distanza sembra invece siderale. Chiamarla metropoli è riduttivo perché, con 33 milioni di abitanti e una superficie grande il doppio della Svizzera, è il più esteso e popoloso agglomerato urbano del pianeta, con uno skyline da capogiro in continua evoluzione. Alla quale, entro fine anno, si aggiungerà il Raffles City Chongqing, dall’architettura ispirata al Marina Bay Sands di Singapore, destinato a diventare l’edificio più iconico di Yuzhong, il distretto degli affari che svetta alla confluenza dei fiumi Azzurro e Jialing. E quando la sera i grattacieli si accendono in un gigantesco caleidoscopio di luci e di colori, ecco che lo vedi: il futuro è già qui.

L’ALTRA SHANGHAI È CHONGQUING. Il Sichuan? Una vera sorpresa, concordano all’unisono gli agenti di viaggi che hanno partecipato all’eductour di Utat Viaggi. «Ho trovato il Sichuan decisamente affascinante – esordisce Zeudi Gava di Bluvacanze viale Monza 87 a Milano – Mi è molto piaciuto il patrimonio culturale e tutta la parte naturale, anche se i panda sono l’attrazione principale. Sono rimasta particolarmente impressionata da Chongqing, in cui ho rivisto una nuova Shanghai, non immaginavo che fosse così grande e così bella».

Concorda Laura Gabasio di Conti Tour di Milano: «È stato un viaggio completo che mi ha arricchito molto; a livello culturale è davvero sorprendente. In particolare le città sono state una sorpresa perché non me le aspettavo così, con questo skyline favoloso. Sicuramente lo proporrò ai miei clienti in modo positivo».

«Chongqing è stupenda – le fa eco Alessandro Crisci di Lissone Viaggi di Lissone – Una città che offre di tutto. Anche se si va soprattutto per i panda. Un itinerario che proporremo sicuramente con un viaggio di gruppo verso ottobre-novembre».

Per Raffaella Ferrari, della Ekoviaggi di Riva del Garda: «È stata un’esperienza coinvolgente. Interessante passare dalle città ai siti storici, lo vedo come un viaggio per viaggiatori, più che per turisti classici; sta all’agente di viaggi saperlo proporre al meglio».

«Ottima impressione – aggiunge Roberto Agnelli, delle agenzie Viaggi Arcobaleno all’Orio Center e a Seriate – Anche se immagino il Sichuan più adatto a chi torna per la seconda o terza volta in Cina».

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