Jet fuel, impenna il petrolio dopo l’attacco militare Usa

03 Gennaio 10:45 2020 Stampa questo articolo

Il 2019 – nonostante il rialzo delle quotazioni a dicembre – si era chiuso con un costo del carburante più basso del 7,5% rispetto al 2018: una media di 628,82 dollari rispetto ai 679,55 dell’anno precedente.

Gennaio parte però con un’impennata nel prezzo del petrolio che sale ai massimi da quattro mesi dopo l’attacco militare americano notturno sull’aeroporto di Bagdad, in Iraq, che ha ucciso otto persone tra cui il generale iraniano Qassem Soleiman.

Il greggio Wti ha toccato infatti quota 63 dollari e la quotazione Brent del 3 gennaio ha raggiunto 68,18 dollari al barile, un rialzo del 3,51% rispetto alla sera precedente.

Aumenti che potranno avere ripercussioni anche nel turismo, con surcharge sui viaggi di gennaio.

Per quanto riguarda dicembre 2019, il sito Iata aveva pubblicato le quotazioni settimanali del jet fuel fino al 27 del mese. L’anno si è chiuso con una media per tonnellata metrica pari a 638,72 dollari, con un incremento rispetto al mese precedente di +21,77 dollari pari al +3,5%.

La media mensile di dicembre si attesta per l’undicesimo mese consecutivo – segnala il centro studi Fto – sopra la barriera dei 600 dollari. La media mobile degli ultimi 12 mesi è pari a 628,82 dollari.

Il cambio medio del dollaro in dicembre viene dichiarato dalla Bce pari a 1,11135 dollari per euro quindi con un apprezzamento del +0,57% rispetto al mese precedente.

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Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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