Isvra: “Urgente un decreto cura turismo”

20 Marzo 11:43 2020 Stampa questo articolo

L’Istituto per lo Sviluppo Rurale e l’Agriturismo (Isvra) chiede provvedimenti specifici per il turismo. “Le imprese turistiche (e, tanto più, agrituristiche) registrano, dalla fine di febbraio, una riduzione di pernottamenti e ristorazione, fra ospiti italiani e stranieri, nell’ordine dell’80% – si legge nella nota dell’istituto – I fatturati decrescono nella stessa misura, i costi fissi restano sostanzialmente invariati, i bilanci delle imprese sono pesantemente negativi: senza immediati interventi governativi di sostegno al settore, almeno il 50% delle imprese turistiche fallirà”.

L’Isvra sottolinea come il decreto cura Italia contenga provvedimenti, rivolti alla generalità delle imprese, utili ad attenuare le conseguenze economiche dell’epidemia, ma in misura non sufficiente a evitare gli incombenti fallimenti nel settore turistico. Ricorda anche che “il ministro Franceschini ha annunciato l’istituzione di una Cabina di Regia permanente per monitorare e gestire la crisi e la predisposizione di un Programma di misure strutturali per il comparto da studiare nei prossimi mesi”.

Per il presidente Isvra Mario Pusceddu, «Il programma di misure strutturali non solo è indispensabile, ma è anche urgente. Aspettando anche pochi mesi si rischia di intervenire su un sistema turistico già in gran parte compromesso».

Isvra richiama l’attenzione sull’immediato ridimensionamento di quelle che definisce tasse a forfait, cioè degli oneri che gravano sulle imprese turistiche in base alla categoria e alla dimensione (superficie dei locali, numero di posti letto) e non in base alle presenze reali di ospiti.

«Visto l’andamento delle presenze – chiede l’istituto – vanno ridotti dell’80% la tassa sullo smaltimento dei rifiuti, l’abbonamento speciale Rai e i compensi sul diritto d’autore per i televisori nelle camere e negli spazi comuni. Inoltre, per contenere il costo del personale, deve essere sospeso, con la stessa urgenza, trasferendolo a carico dell’Inps e dell’Inail, il versamento dei contributi previdenziali e assicurativi sulle retribuzioni.

L’invito, in seguito, è pensare a un  “dopo Coronavirus”, rilanciando con campagne d’immagine la reputazione turistica dell’Italia, compromessa dall’epidemia, e alleggerendo le tariffe di soggiorno con l’abolizione temporanea dell’imposta di soggiorno (per i Comuni che l’hanno istituita) e l’introduzione, su tutto il territorio nazionale, di un incentivo di soggiorno finanziato dallo Stato.

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