Inclusione e diversità, i valori del turista post Covid secondo Expedia

Inclusione e diversità, i valori del turista post Covid secondo Expedia
07 Luglio 11:55 2021 Stampa questo articolo

Quasi due terzi dei viaggiatori (65%) dichiarano di essere più disposti a prenotare alloggi che possiedono politiche incentrate sulla diversità e l’inclusione: è quanto emerge da una ricerca elaborata da Expedia Group sulle aspettative dei viaggiatori post Covid.

Le scelte si orientano su alloggi di proprietà di donne e/o persone di colore, così come alloggi accoglienti nei confronti della comunità Lgbtqia e le persone con disabilità. Tuttavia, secondo la ricerca, c’è un significativo divario generazionale quando si tratta di capire quanto le scelte di prenotazione siano influenzate dalla presenza o meno di politiche inclusive nelle strutture ricettive.

Il 57% degli intervistati over 40 afferma di essere propenso a prenotare alloggi inclusivi, mentre il 77% di coloro che hanno meno di 40 anni dice dichiara di essere intenzionato a fare lo stesso.  Questo indica che le generazioni più giovani sono più propense a prendere decisioni basate sui valori; una considerazione importante per le imprese di viaggio, dato che la fascia demografica degli under 40 anni diventerà sempre più importante con l’aumento del loro potere d’acquisto nel prossimo decennio.

«Le ingiustizie sociali dello scorso anno hanno messo sotto i riflettori il tema della diversità e dell’inclusione, e il dibattito in corso ha cambiato le idee, i comportamenti e le aspettative delle persone in materia di viaggi – osserva Giovanni Moretto, market management Expedia Group – Più che mai, le persone considerano i viaggi come un riflesso delle loro opinioni personali, e le loro scelte riflettono i loro valori».

Le scelte di prenotazione basate su politiche e pratiche inclusive sono una tendenza globale. Gli intervistati in tutti i mercati esaminati, compresi Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Messico, Regno Unito e Stati Uniti, sono più propensi a considerare le politiche inclusive prima di confermare una prenotazione. A guidare la classifica sono Messico e Germania, rispettivamente con l’82% e il 71% degli intervistati, favorevoli a scegliere strutture ricettive con politiche di inclusione e diversità (I&D). Il desiderio di scegliere strutture con politiche inclusive è simile tra i sessi, con il 62% degli uomini e il 67% delle donne.

Molte organizzazioni, inoltre, hanno capito che questa è un’opportunità per connettersi con potenziali ospiti sulla base di valori condivisi e hanno anche aggiornato le loro politiche evidenziando i loro sforzi e la maggiore trasparenza sull’argomento. Non a caso Orbitz, società del gruppo Expedia, ha recentemente introdotto una nuova funzionalità che migliora l’accesso ai lodging partners che hanno firmato un Inclusivity Pledge contro la discriminazione sulla base del genere e dell’identità sessuale.

Più di 35.000 hotel esclusivi, indipendenti e boutique hanno aderito, rendendolo un potente strumento di ricerca per i viaggiatori Lgbtqia. In aggiunta, gli hotel che hanno aderito, accettano di applicare una politica di tolleranza zero per i comportamenti discriminatori, mentre alcune proprietà hanno fatto un ulteriore passo avanti, formando il personale sulle identità di genere e sull’uso di un linguaggio neutro.

«I dati dipingono un quadro chiaro, i viaggiatori sono sempre più alla ricerca di strutture ricettive con politiche e pratiche chiare di I&D – conclude Moretto – I viaggi aprono le menti e favoriscono una migliore comprensione tra persone di culture e identità diverse, quindi non è una sorpresa che i viaggiatori vogliano che questi stessi valori si riflettano nei luoghi che scelgono per soggiornare, per andare in crociera, guidare e volare. Le aziende che dimostrano uno sforzo autentico per essere inclusive e accoglienti per tutti i viaggiatori sono destinate ad avere la meglio».

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