Incentivi pubblici, stop agli sconti alle low cost

07 Febbraio 07:00 2020 Stampa questo articolo

Giro di vite per gli incentivi delle amministrazioni locali e degli scali alle compagnie aeree, in particolare a quelle low cost, che secondo una recente indagine hanno beneficiato di sussidi per circa 226 milioni di euro.

Nel corso di un’audizione alla Camera, il presidente dell’Authority Trasporti, Andrea Camanzi, ha delineato i nuovi modelli per la fissazione dei diritti aeroportuali imponendo contestualmente la massima trasparenza agli incentivi all’attività aerea, per evitare un impiego distorsivo e discriminatorio a danno della concorrenza.

In buona sostanza l’Autorità intende sollecitare il Parlamento a revisionare il testo di legge 727 in materia di trasporto aereo, con correttivi che possano consentire controlli di tutti gli investimenti programmati nel periodo regolatorio. Il che significa una più rigida vigilanza anche dei sussidi che le società di gestione aeroportuale, talvolta partecipate dagli enti locali, elargiscono alle compagnie aeree affinchè operino sui propri scali.

Vero è che in molti casi questo budget ha fatto generare vistosi incrementi di traffico passeggeri con indubbie ricadute economiche su vari settori, primo fra tutti quello turistico, ma è altrettanto legittimo attendersi una normativa che rispetti la concorrenza aerea ad armi pari, spesso reclamata da alcune compagnie di linea rispetto alle low cost.

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