Impennata di ritardi aerei: Iata scrive ai governi Ue

18 Luglio 13:37 2018 Stampa questo articolo

Il raddoppio dei ritardi aerei in Europa ha fatto scattare l’immediato allarme della Iata, che ha formalizzato le sue forti preoccupazioni in una lettera inviata oggi ai governi europei chiedendo un urgente intervento per scongiurare pesanti disservizi. Nella dura missiva, il direttore generale e ceo Alexandre de Juniac evidenzi: «In piena stagione estiva, i viaggiatori vogliono arrivare in tempo alle loro vacanze. Purtroppo saranno in molti a rimanere delusi a causa dei ritardi del traffico aereo, che già ora risultano essere il doppio di quelli dell’anno scorso. Le soluzioni, rapide e necessarie ci sono già, ma bisogna sbloccare le risorse e attivare corretti e mirati investimenti entro il prossimo anno».

De Juniac cita i recenti dati di Eurocontrol, che mostrano come nella prima metà del 2018 i ritardi sono più che raddoppiati con 47mila minuti al giorno, ovvero  il 133% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La maggior parte dei disservizi sono causati da carenza di personale e di capacità, nonché da eventi meteorologici e scioperi. Il ritardo medio per i voli intaccati dalle limitazioni del controllo del traffico aereo ha raggiunto i 20 minuti a luglio, con picchi inaccettabili fino a 337 minuti.

La missiva di Iata ai governi prosegue sottolineando che, mentre le compagnie aeree aggiungono voli a nuove destinazioni e ampliano la loro offerta per soddisfare le aspettative dei viaggiatori, ben poco si compie per risolvere operativamente l’aumento di domanda e offerta aerea a livello infrastrutturale. I fornitori di servizi di navigazione (i cosiddetti Ansp – Air Navigation Service Provider) gestiscono lo spazio aereo di ciascuno Stato e addebitano le tariffe di sorvolo per i servizi che forniscono. Poiché i numeri dei voli sono aumentati, anche le loro entrate sono notevolmente cresciute. Eurocontrol calcola che gli Ansp europei hanno realizzato un Ebit medio del 9,6% negli ultimi anni.

«Sfortunatamente – si legge ancora – gli Ansp in Europa non hanno effettuato adeguati investimenti nelle loro attività, preferendo invece realizzare profitti super e fare cassa. E i maggiori fornitori di servizi hanno investito poco in personale o utilizzano pratiche di lavoro obsolete con conseguenti ritardi non necessari per i passeggeri. Di fatto molti Ansp non sono riusciti a realizzare investimenti tecnologici ben pianificati per aumentare la capacità».

La lettera di Iata si conclude con la richiesta alla Commissione europea, agli Stati membri e agli stessi Ansp di adottare misure urgenti con quattro interventi mirati: modernizzare l’infrastruttura e attuare la ricerca Atm per il cielo unico europeo (Sesar) che le compagnie aeree stanno già pagando; riformare le pratiche di lavoro obsolete e assumere personale aggiuntivo. E infine pianificare e configurare un’adeguata rete europea per soddisfare le esigenze dei viaggiatori aerei, rafforzando il cosiddetto Perfoming and Charging Scheme per fornire la capacità di spazi aerei concordata.

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Andrea Lovelock
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