Il lusso e l’effetto molla sulla ripresa del travel

Il lusso e l’effetto molla sulla ripresa del travel
28 Giugno 09:58 2021 Stampa questo articolo

«Dopo quello che abbiamo passato, ciò che desideravamo di più era essere coccolati, gustare cibo sano e delizioso e stare lontani da tutto». Sono le parole di uno degli ospiti del boutique hotel Aethos Corsica situato in un palazzo storico di Oletta, riportate dalla general manager Ariane Chapot alla testata specializzata Usa Skift e sintesi perfetta del rimbalzo del luxury travel in era Covid.

Un effetto molla, questo, riscontrato in Cina prima del resto del mondo e che ora riguarda grandi mercati occidentali come quello Usa. La conferma arriva naturalmente dai numeri. Stando al recentissimo Market Reports World, pubblicato il 18 giugno, il mercato globale del lusso vedrà una crescita esponenziale del valore di 1.232,77 miliardi di dollari nel periodo 2021-2025. A confermarlo un grande attore del web del calibro di Google, che rivela un boom di ricerche dei luxury hotel.

Guardando in particolare agli Stati Uniti, un sondaggio condotto dalla società di marketing Mmgy Global riferisce come ad aprile i viaggiatori altospendenti statunitensi abbiano dichiarato di aspettarsi di fare almeno quattro viaggi nel corso del prossimo anno. «In Nordamerica stiamo assistendo a un aumento del booking impressionante in strutture esclusive come The Beverly Hills Hotel e BelAir in California – ha detto Helen Smith, chief customer experience officer di Dorchester Collection – Le suite sono richiestissime e la tariffa media giornaliera supera i mille dollari».

Quanto al segmento crociere, i brand americani di alto livello – come Regent Seven Seas Cruises della holding di Norwegian Cruise Line – stanno registrando incredibili numeri di vendite nel comparto luxury e premium. E non a caso, il colosso Msc ha appena lanciato il suo nuovo brand Explora Journeys per chi desidera fare crociere a cinque stelle.

La spinta? Tra i fattori determinati troviamo i risparmi accumulati durante il lockdown. La crisi ha colpito molti, ma non tutti: a livello mondiale, infatti, le famiglie hanno messo da parte qualcosa come 5,4 trilioni di dollari, facendo aumentare ulteriormente il budget a disposizione dei nuclei più benestanti e dei super ricchi, con il virus che non ha fatto altro che aumentare i divari. L’effetto sul turismo di lusso si traduce in una percentuale: il 61% dei viaggiatori nel 2021 intende spendere in viaggi molto più del solito, stando all’indagine American Express Trendex svolta sui passeggeri aerei in Australia, Canada, India, Giappone, Messico, Usa e Inghilterra.

Ma il lusso ai tempi del Covid non è soltanto hotel e crociere, ma anche ville. «La domanda è altissima nei Caraibi – ha commentato Amanda Dyjecinski, chief brand e marketing officer di Onefinestay, brand di case vacanza del Gruppo Accor – Mediamente le prenotazioni sono aumentate dell’80% e le sistemazioni più grandi e super accessoriate vanno a ruba». Entusiasta anche il ceo di Mandarin Oriental, James Riley: «Le prospettive per il 2022 e oltre sono davvero rosee, ma nel 2021 continueremo a vivere una condizione difficile».

E l’effetto up level colpisce pure i voli: «Tra i trend attuali intercettati, c’è quello che vede i passeggeri scegliere tariffe più costose a dispetto di quelle economiche nello stesso periodo del 2019», ha affermato Hugh Aitken, vice president flights di Skyscanner. Detto questo, il crollo dei viaggi d’affari, e più in generale degli spostamenti internazionali, continua a pesare. Senza dimenticare che non tutte le regioni del mondo reagiscono allo stesso modo. In America Latina molte strutture di lusso sono a conduzione familiare, e il perdurare della crisi ha portato gran parte del personale a lasciare il settore. Così come lenta è la ripresa dei safari di lusso in Africa.

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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