Il bello di Capo Verde tra kitesurf e caipirinha

by Adriana De Santis | 28 Gennaio 2020 7:00

Il vento c’è, e può dar fastidio. Ma a Sal lo considerano un atout. Intanto è una fortuna: grazie agli alisei portatori della sabbia dal Sahara, l’isola condivide con Boa Vista le più belle spiagge di Capo Verde, uno dei cinque arcipelaghi atlantici, insieme alle Azzorre, Madeira, le Canarie e le Selvagge.

Le folate dominanti nella stagione invernale, poi, sono una benedizione per gli amanti di surf, windsurf, paddlesurf e, soprattutto, per gli sportivi che a febbraio, nel periodo più freddo e con raffiche al massimo, fanno tappa a Ponta Preta per i campionati mondiali di kitesurf, da tre anni vinti da atleti locali.

E il soffio caldo da nord-est è anche una salvezza per i turisti: non potrebbero resistere al sole di un clima tropicale secco e mai sotto i 25°, da abbronzatura memorabile, e da alta protezione.

Un’isola dolce, quieta e sicura Sal, una delle nove isole abitate dell’arcipelago di Capo Verde, a un’ora d’aereo dal dirimpettaio Senegal, 3,5 dal Portogallo e altrettante dalla brasiliana Fortaleza. Tutte vulcaniche le isole, diverse e divise fra le più riparate Sopravento (Sal, Boa Vista, Sao Nicolau, Santo Antao, Sao Vicente e la disabitata Santa Luzia) e Sottovento (Sao Tiago, Maio, Fogo e Brava). Fino al 1975 colonia dei portoghesi (che le scoprirono nel 1460), si narra che nel suo giornale, quando vi sbarcò, Cristoforo Colombo definì il loro nome fuorviante perché affatto verdi, piuttosto alquanto aride. Come Sal, l’isola più cosmopolita che con Boa Vista raccoglie il 95% degli 800mila turisti l’anno di Capo Verde: piovendo due volte l’anno, la siccità inibisce il terreno altrimenti fertile di mais, fagioli, angurie, meloni.

Altre sono verdeggianti, come Santo Antao, meta di ecoturismo e trekking itinerante sulle colline, fra boschi, piantagioni di frutta esotica e canna da zucchero, o di enoturismo per le viti a Fogo, che produce anche uno dei cinque migliori caffé arabica al mondo, secondo Starbucks. Poche le spiagge e comunque poco fruibili dal turismo di massa, mentre cultura, musica e danza incoronano Sao Vicente come Piccolo Brasile, soprattutto per il Carnevale: secondo al mondo dopo quello di Rio, è partito la prima domenica dopo Capodanno e termina a metà marzo.

Sal, questa sconosciuta per molti italiani, quarto mercato con il suo 5,5% di turisti (Uk in testa con il 24%, seguito dai tedeschi al 13% e dal Benelux all’8,9%). Lunga 30 km e larga 12, con cinque gradi in più nell’acqua rispetto alle Canarie e un’ossigenazione d’aria tra le più alte al mondo, accoglie famiglie, coppie, amici, ultimamente terza età e single. La frequentano tutto l’anno, diversamente dagli stranieri che raddoppiano da ottobre, nell’alta stagione invernale, latitando da aprile, proprio quando comincia la bella stagione, con mare piatto, caldo tra i 27 e i 30 gradi, poco vento.

L’isola è piatta, con le attrattive turistiche situate a nord e la vitalità allegra e vivace a sud, nel centro di Santa Maria, capoluogo di Sal fino al 1977 e vicinissima all’aeroporto internazionale (costruito da Mussolini per i collegamenti con il Sudamerica). Il suo pontile sugli 8 km di dune del litorale è clou di passeggio e caipirinhe, rigorosamente brasiliane, a piedi nudi nella sabbia e nel tramonto.

Divide la spiaggia degli hotel da quella più riparata e internazionale di una zona frequentata da clienti residenziali e portoghesi, spesso al ristorante in riva Ojo d’Agua. In centro al paese, lindo, tranquillo e in pieno sviluppo immobiliare, i negozietti, i caffè, gli accorsati localini per ballare la sera con i capoverdiani la musica creola live nei tipici Buddy, Calema, Chill-Out, o in quelli moderni e di tendenza come l’Ocean, il Fashion Beach Club o il più lontano Bikini Beach, per Ibiza-party tra palco e piscina dove capita che finiscano gli allegri inglesi.

Se la gente, creola, è giovane, poco invadente, istruita e al 90% cattolica, paesaggisticamente l’isola è selvaggia. Dai miraggi del deserto di Terra Boa si passa alle saline, nel cratere del vulcano estinto Pedra de Lume (primo insediamento dell’isola, darà il nome Ilha do Sal). Il rituale prevede scrub al sale (utilizzato ora solo per talassoterapia e prodotti beauty), bagno galleggiante nelle piscine naturali 25 volte più salate dell’acqua dell’oceano, fango e di nuovo a mollo. Presto, un progetto benessere la farà salire di livello con l’esperienza con Spa, trattamenti all’aloe e resort di lusso nel porticciolo delle saline.

Più sotto, sempre sulla costa orientale, c’è Kite beach, regno delle scuole di surf, con le vele multicolori contese, vicino a Santa Maria, dalla baia “mondiale” Ponta Preta, tra dune, passeggiate a cavallo sulla spiaggia e big waves per dopati da adrenalina, altrimenti un sogno di selvatica quiete. Come l’emergente Serra Negra, area protetta per via, da luglio a settembre, della schiusa delle tartarughe che fanno di Capo Verde la terza riserva al mondo. Sono anche a Murdeira, area di snorkeling, sub e veleggiate in catamarano: risalendo fino allo scenario forte della piscina naturale di Burracona, capiterà di avvistare balenottere e delfini (tra febbraio e maggio), ma la strizzata dell’“occhio blu” è assicurata, da mezzogiorno in poi e sole permettendo. Tut dret Sal, tutto bene!

ClubHotel Halos Casa Resort: dove l’ospitalità è made in Italy
Attraversi la strada e sei sulla spiaggia, fra lettini e centri diving. Oppure, 200 metri dopo a sinistra, sei a Santa Maria. Vincente la location del ClubHotel Halos Casa Resort, ma l’asso nella manica è il direttore Andrea Balzanelli, un amore dal ’96 per Sal e una rara dedizione al cliente. Quattro stelle aperto a ottobre 2018 con 98 camere-appartamento di minimo 45 mq, ha caratterizzazione italiana anche nell’ottima cucina dello chef anconetano.

«Pieni dal 5 ottobre scorso, prevediamo un 2020 al 90% di occupazione – dice Balzanelli – Nel 2021 Sal avrà 7mila nuovi posti letto: 207 le camere in costruzione di fianco all’hotel e 100 i bungalow dell’Acquapark, nostri progetti per questo mare stupendo e la sua gente accogliente».

Gruppo cabo verde isola solCaboVerdeTime riscopre l’isola.
CaboVerdeTime programma la destinazione con quasi sei ore di volo diretto Blue Panorama da Bergamo il sabato (170 posti) e soggiorno all inclusive all’Halos Beach Resort, punta di diamante del prodotto, in alternativa al più internazionale boutique hotel Sobrado (altra proprietà del t.o., 54 camere in b&b in centro a Santa Maria), Hilton (nozze e incentive), Melià e l’appena inaugurato Robinson Club di Tui (307 camere, adults only), in esclusiva per il lusso italiano, anche solo soggiorno.

«Il mercato italiano è in ottimo andamento di vendite e tasso di occupazione fino a marzo. Vediamo un 2020 rosa, obiettivo 8.300 italiani, con tariffe allineate all’ultimo catalogo – osserva il direttore commerciale Pietro Dusi, che vuole investire nella bassa stagione, primavera e autunno – Da aprile in poi, la destinazione è climaticamente super accessibile e con 850 euro tutto incluso ti fai una vacanza da lungo raggio».

La programmazione fino a ottobre, come da nuovo catalogo semestrale già aperto al booking, mantiene commissioni del 15% su tutto il pacchetto, prezzo garantito e advanced booking (+25% nel primo trimestre). Proseguono anche gli educational.
I nove già organizzati, per oltre 200 adv inclusi i network Uvet Last Minute, Gattinoni e Bluvacanze, hanno portato buoni risultati: un centinaio di agenzie hanno lavorato ex novo e sono aumentate le richieste di gruppo. «Una riscoperta dell’isola, diversa da quella che ci aspettavamo; una prima scelta ora», riferiscono gli agenti.

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