Identikit dei business traveller: mobile-dipendenti e innovativi

by Redazione | 10 Luglio 2019 11:07

A livello mondiale, i viaggiatori d’affari italiani sono tra i più aperti all’innovazione legata al travel. Lo rivela l’ultima ricerca di Cwt, che pone i business traveller del nostro Paese al quinto posto in questa specifico ranking dopo Argentina, Messico, Brasile e Spagna. In tutti questi mercati, sottolinea il report, le percentuali di “apertura a tutto ciò che è innovativo” supera l’80% (contro una media mondiale del 71%).

Nonostante si pensi generalmente che la giovane età sia un fattore importante quando si parla di innovazione, i risultati di questa ricerca dimostrano il contrario. Solo i millennial dell’Asia Pacifico hanno un punteggio più alto: il 79% rispetto al 75% della generazione X e al 60% dei baby boomer. Nelle Americhe, sono i viaggiatori della generazione X a guidare la classifica (78%), seguiti dai millennial (76%) e dai figli del baby boom (70%), mentre in Europa i millennial si posizionano con il 64% addirittura in coda alle altre due generazioni, entrambe al 67%.

«L’innovazione tecnologica è il futuro e i viaggiatori d’affari abituali ne stanno già sfruttando il potenziale – ha dichiarato Andrew Jordan, chief product and technology officer di Cwt – I business traveler sono persone che lavorano lontano da casa: pertanto, perché non dovrebbero voler sfruttare le innovazioni che semplificano loro i viaggi e la vita?».

Quando si viaggia per affari poi, i tre dispositivi più importanti da portare con sé, secondo la ricerca, sono i cellulari (81%), i computer (52%) e i caricabatteria portatili (41%). L’interesse verso questi ultimi è cresciuto considerevolmente dal 2017 ed essi hanno ormai superato i tablet, occupando la terza posizione. Il check in online, infine, è l’innovazione preferita e allo stesso tempo più utilizzata per il travel (rispettivamente 18% e 45%), seguito dai servizi Google (16% e 42%), gli strumenti di prenotazione online (14% e 44%), le app di viaggio per dispositivi mobili (12% e 41%), le scansioni della retina e delle impronte digitali ai controlli di sicurezza in aeroporto rispetto ai documenti di identità (8% e 16%), le richieste di visti online (5% e 22%), i servizi di ride sharing (5% e 26%), la reception con robot o chioschi dedicati in hotel e/o aeroporti (5% e 17%).

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