I due miliardi di Alpitour:
tutti i numeri del colosso

I due miliardi di Alpitour: <br>tutti i numeri del colosso
06 Febbraio 07:00 2020 Stampa questo articolo

Nuove acquisizioni? «Non sono all’orizzonte, dopo Eden adesso lavoriamo al nostro interno». Il Prezzo Chiaro? «Sono convinto che il settore ne beneficierà, siamo gli unici a farlo».

E ancora: l’epidemia da coronavirus in Cina? «I nostri aeromobili impegnati sull’incoming verrano noleggiati sul mercato, fino a quando non potremo riprendere i voli. E intanto ci godiamo la crescita pazzesca fuori da luglio e agosto sulle città d’arte italiane». La piattaforma per il dynamic packaging di cui si era parlato nei mesi scorsi? «Non voglio anticipare nulla, rientra nella grande operazione di rinnovamento tecnologico chiamata “Innova”, che durerà tre anni».

Parla a tutto campo il presidente del Gruppo Alpitour Gabriele Burgio nel raccontare i dati dell’anno finanziario appena chiuso, che ha visto l’azienda sfiorare i 2 miliardi di fatturato, con una crescita a doppia cifra (+18,5% ) rispetto al 2018.

«Puntiamo ad avere sempre più prodotti propri da vendere», è la promessa di Burgio che non a caso sottolinea come dal segmento aviation e da quello relativo agli alberghi, arrivi quasi l’80% dei risultati, «proprio ciò che ci differenzia da molti altri operatori».

Il primo motore dell’azienda, infatti, resta il tour operating, che supera i 1.362 milioni (e ha una crescita del 21,5%), mentre Neos è arrivata a toccare quota di 465 milioni di giro d’affari. Dal canto loro poi, la divisione incoming, che raccoglie Jumbo Tours, Alpitour Incoming e Sardegna.com, ha chiuso il 2019 registrando 434 milioni e una crescita del 7%.; mentre Voihotels, la catena alberghiera del Gruppo che conta 17 strutture, chiude il 2019 superando i 107 milioni di euro, con una crescita del 15%.

«Sono in arrivo nei prossimi anni due novità, con l’inaugurazione nel 2020 del Voi Ca’ di Dio a Venezia in zona Arsenale (5 stelle lusso), e la costruzione del primo grande albergo di lusso in Albania».

Intanto, mentre si aspetta il ritorno dei cieli del Boeing 737 Max – «si parla di settembre, i nostri aeromobili al momento sono fermi sui piazzali» – il Gruppo ha chiuso il primo trimestre del nuovo anno finanziario in modo positivo, nonostante il «budget molto aggressivo».

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Giorgio Maggi
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