I conti del trasporto aereo: Asia ed Europa sotto stress

I conti del trasporto aereo: Asia ed Europa sotto stress
27 Aprile 10:41 2020 Stampa questo articolo

Trasporto aereo commerciale prossimo al collasso: è il drammatico segnale d’allarme lanciato sia da Iata sia dall’Icao, dopo aver aggiornato le stime delle devastanti conseguenze nel comparto aereo in questi primi quattro mesi dell’anno.

Secondo le stime elaborate dall’Icao, Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, il primo semestre di quest’anno si chiuderà con circa 1,2 miliardi di passeggeri in meno ed una perdita nei ricavi delle compagnie aeree in tutto il mondo che oscillerà tra i 160 e il 253 miliardi di dollari, ovvero tra i 149 ed i 235 miliardi di euro.

In particolare Europa e Asia-Pacifico sono le aree del mondo dove le perdite economiche ed operative saranno più pesanti, seguita dal Nord America. A preoccupare maggiormente gli analisti dell’Icao è l’impatto sulla stagione estiva, poiché il forte rallentamento dei flussi di passeggeri internazionali e le inevitabile restrizioni nelle modalità del viaggio aereo (distanziamenti a terra ed a bordo), faranno crollare il load factor di ogni singola aerolinea  ai minimi storici ed è probabile che questi effetti negativi continueranno a pesare anche nel secondo semestre dell’anno, inducendo molti vettori ad una radicale rivisitazione della loro offerta voli, con un ridimensionamento dei collegamenti.

Di eguale tenore e drammaticità l’aggiornamento della situazione nell’aviazione commerciale condotta da Iata che, nel rivedere le stime elaborate a fine marzo, con dati quindi  relativi ai primi quattro mesi dell’anno, traccia uno scenario ugualmente cupo con perdite per 89 miliardi di dollari (circa 82 miliardi di euro), con un -90% nel traffico aereo e circa 6,7 milioni di posti di lavoro a rischio.

Un crollo che solo in Europa, potrebbe determinare un impatto negativo pari a 452 miliardi di dollari (circa 420 miliardi dollari) sul Pil europeo. Si tratta comunque del peggior scenario mai registrato nella storia dell’aviazione commerciale dal dopoguerra ad oggi, generatosi soprattutto – si legge nella nota della Iata – a causa delle doverose restrizioni ai viaggi aerei a seguito della pandemia.

Per gli analisti della Iata le prospettive non sono ancora molto chiare ma si può ipotizzare una lenta ripresa delle attività operative entro giugno, con voli regionali e nazionali e solo successivamente, e quindi probabilmente a metà estate, per quelli internazionali.

L’analisi condotta da Iata svela la dettagliata situazione per singoli Paesi europei, fra i quali spiccano i dati del Regno Unito che in due mesi ha perso 140 milioni di passeggeri, mancate entrate per 24 miliardi di euro, e 660mila posti di lavoro a rischio. La Spagna segna circa 114 milioni di passeggeri in meno, perdite per 14 miliardi di euro e oltre 900mila posti di lavoro a rischio, mentre la Germania registra meno 103 milioni di passeggeri, perdite per 16 miliardi di euro e 483mila posti di lavoro a rischio.

L’Italia fa segnare circa 83 milioni di passeggeri persi in due mesi, oltre 12 miliardi di euro di mancate entrate dal settore e 392mila posti di lavoro a rischio. Eclatante il crollo economico-operativo anche in Francia dove si sono registrati 80 milioni di pax in meno, una perdita di entrate per 13 miliardi di euro e 392mila lavoratori che rischiano il proprio posto di lavoro. E analoghe situazioni, sebbene, con numeri meno vistosi, si sono verificate nel nord Europa e nei paesi dell’Europa orientale.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

Guarda altri articoli