Hôtellerie, blockchain per sganciarsi dalle Olta

24 Ottobre 07:00 2018 Stampa questo articolo

L’interesse del comparto alberghiero per la tecnologia blockchain si fa sempre più marcato. La catena “di blocchi” sembra, infatti, poter migliorare i processi di fornitura globali e le operazioni finanziarie, mentre i suoi protocolli facilitano l’utilizzo di nuovi metodi per processare e gestire le transazioni digitali, oltre a garantire una maggiore sicurezza.

Ma ciò che fa più gola agli operatori del settore nell’introdurre questa tecnologia nei processi manageriali e gestionali è l’opportunità di sganciarsi dagli intermediari, ovvero dalle Olta, e consentire così una libera distribuzione dei viaggi e dei prezzi, che con blockchain non potrebbero essere modificati dai rivenditori stessi. Una strategia già attuata da Hotel P2P, piattaforma peer-to-peer che collega tutti gli alberghi decentrati in una sola struttura globale, sradicando il concetto di un unico gestore di servizio. Mentre il network Nordic Choice Hotels’ è andato direttamente alla fonte, stringendo una partnership con la svizzera Winding Tree, piattaforma di distribuzione nell’industria turistica basata su blockchain.

Approfondimento: Blockchain avanti tutta: dal caso Aruba a Tui

«Le Olta – ha dichiarato Christian Lundén, director of future business del network norvegese – rivestono indubbiamente un ruolo strategico nel processo di prenotazione di una stanza di hotel, ma nel caso di un cliente repeater non è necessario passare dalle agenzie online perché già conosce il prodotto e lo standard di accoglienza. Forse per pigrizia il cliente prenota attraverso Expedia, senza sapere che questo gli costerà caro a causa delle fee applicate. Inoltre, lo stesso cliente non potrà godere dei vantaggi che invece avrebbe prenotando direttamente. In definitiva, per il nostro business i colossi della distribuzione giocano un ruolo-chiave nella ricerca di nuovi clienti o per chi non sa dove alloggiare, ma non per chi ha già pernottato in una nostra struttura».

Lundén sottolinea la facilità di vendita delle stanze attraverso blockchain: «Ci sarebbe una sola Api per tutti gli hotel e sarebbe molto più facile accedere a un’unica piattaforma aperta e accessibile a tutti per creare nuovi tipi di servizi per gli ospiti o pacchettizzarli in modo differente. Ad esempio, un ristorante di lusso a Stoccolma potrebbe dirci di visitare il nostro hotel e noi potremmo includerlo in una notte, pubblicando il pacchetto sul loro stesso sito. Avrebbero così facile accesso all’inventario invece di andare in giro per strutture e catene alla ricerca delle loro interfacce o contratti».

Una rivoluzione nella distribuzione alberghiera che GOeureka sta tentando di “portarsi a casa” entro fine anno. La startup con base a Singapore punta infatti a lanciare la propria piattaforma di prenotazione alberghiera basata su tecnologia blockchain. L’obiettivo è decentralizzare il settore delle prenotazioni alberghiere e offrire una maggiore trasparenza, consentendo agli hotel di connettersi direttamente con i propri clienti. Agli hotel non verranno così addebitate commissioni, ma i clienti pagheranno una commissione di transazione del 5% in caso di utilizzo di carta di credito o cripto valute tranne che per pagamenti con Got, il token associato a GOeureka. Gli utenti che pagano con Got infatti non incorreranno in alcuna commissione di transazione. Con questa strategia GOeureka ha intenzione di ridurre il costo delle prenotazioni alberghiere, offrire trasparenza e coerenza e tagliare gli intermediari, lasciando che l’hotel prenda accordi direttamente con il cliente finale.

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Silvia Pigozzo
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