Hotel in Italia, l’effetto pandemia rilancia gli investimenti

25 Febbraio 11:21 2022 Stampa questo articolo

«La vera sorpresa è Roma. Dove non erano mai entrate le catene del lusso e adesso vediamo che ci saranno delle belle realtà». Proprio quando la bufera della pandemia metteva in ginocchio il turismo in tutto il mondo, Pkf Italia, società di consulenza molto presente nel settore delle compravendite alberghiere, registrava un trend in ascesa dei valori delle strutture ricettive, soprattutto di alta gamma. Lo ha specificato Giorgio Bianchi, managing director head of Italy di Pkf hotelexperts nel corso di un incontro con la stampa specializzata.

«Nel 2022 sono programmate oltre una trentina di nuove aperture nel segmento mid-scale e lusso, che sommate a quelle del 2021 fanno sfiorare quota 50. In primo piano sempre le big four: Milano, Venezia, Roma e Firenze – sottolinea Bianchi – ma anche destinazioni leisure come Cortina, la Puglia e la Sicilia. Anche l’Umbria e la Toscana sono oggetto di investimenti. Spuntano poi alternative city come Trieste, Genova, Napoli e Bari. L’interesse dei brand, da Radisson a Hilton, Marriott, Nh, Meliá, più che in passato punta sull’intera penisola da nord a sud e anche l’appetito degli investitori internazionali non si è mai arrestato nonostante l’emergenza sanitaria in atto, mentre si nota il progressivo ritorno della clientela straniera».

Giorgio-BianchiGli operatori, quindi, hanno molta fiducia nella ripresa. Lo hanno testimoniato nel corso di un incontro che la stessa Pkf ha organizzato, come ogni anno, riunendo una ventina tra i player più importanti del settore. Dalle risposte raccolte alla fine dell’incontro, il 33% di loro ha dichiarato che si aspettano di tornare ai livelli di business pre Covid entro il 2023. Il 60% sposta questa data più in là di un anno.

Ad emergere, rilevano in Pkf, sono anche nuovi concept alberghieri e progetti innovativi, che vanno dai format open house ai design hotel, dai temporary hotel ai resort di nuova concezione, con un focus su un concetto di lusso che deve essere esclusivo, iperconnesso e green.

Ma tutto questo non spiega come mai la città di Roma si è aperta agli investimenti su alberghi di lusso proprio quando i clienti di questo target, americani e comunque stranieri, sono stati costretti a sparire dalla capitale.
«Fino a qualche anno fa, non si trovava nulla da potere comprare. Oggi Roma è una delle piazze nelle quali c’è più offerta».

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Giampiero Moncada
Giampiero Moncada

Guarda altri articoli