Hotel, crollo delle prenotazioni dirette in Italia: l’analisi di Siteminder

03 Maggio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Calano le prenotazioni dirette per gli hotel in Italia. A dirlo è SiteMinder, che ha condotto un’analisi in cui si evidenzia un aumento delle vendite alberghiere online nel 2019 – sostenuto dalla sempre maggiore dimestichezza con il mondo digital – arrivando a quota 11,6 miliardi di euro con una diminuzione del direct booking del 20% sul totale.

“Percentuale piuttosto esigua – fanno sapere da SiteMinder –rispetto a dieci anni fa, quando le prenotazioni dirette costituivano ben il 94% delle vendite totali pari a 7,4 miliardi di euro”.

Stando ai dati raccolti da Euromonitor International, poi, si stima un ulteriore calo del 4% entro il 2023, il che significherebbe che il direct booking potrebbe generare appena 2,1 miliardi di euro, ovvero soltanto il 16% del totale di vendita previsto per quell’anno (pari a 13,8 miliardi di euro).

Daniele Di Bella, vicepresidente Emea di SiteMinder, ritiene che il declino delle prenotazioni dirette sia il risultato di una formula in cui le Ota rappresentano la forza trainante per la maggior parte degli albergatori. «Negli ultimi dieci anni siamo passati da un fatturato di 7,4 miliardi di euro a ben 11,6 miliardi di euro. Tuttavia il declino della distribuzione diretta è allarmante.

«Gli albergatori si trovano a dover fronteggiare una concorrenza spietata – prosegue Di Bella – È dunque importante offrire agli ospiti servizi ed esperienze che si contraddistinguano. Il soggiorno di ciascun ospite ha inizio con il processo di prenotazione online. Per questo è fondamentale che gli hotel si concentrino sulle strategie di distribuzione diretta, in modo da poter convertire gli utenti in ospiti direttamente sul sito della struttura».

Secondo SiteMinder, infine, i turisti in arrivo in Italia aumentano costantemente, e nello specifico sono provenienti da Germania, Francia e Regno Unito, i quali rappresentano i mercati principali del turismo italiano. Le coppie costituiscono il gruppo di viaggiatori più rilevante (22,8%), attratte dalla ricchezza culturale e gastronomica della destinazione.

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