Horwath Htl: in Italia aumenta il peso delle catene alberghiere

by Giorgio Maggi | 14 Febbraio 2019 13:12

Sempre più corporate. L’hôtellerie italiana si avvicina al resto d’Europa e fa rotta verso il consolidamento, allargando il peso delle catene alberghiere e di alberghi a quattro stelle. La fotografia arriva dal rapporto Hotels & Chains realizzato da Horwath Htl e presentato alla Bit in occasione di un convegno organizzato da Università Bocconi, Associazione italiana Confindustria Alberghi, Gruppo Cassa depositi e prestiti e Horwath Htl, che conferma come, in Italia, il numero di alberghi di catena sia in continua espansione.

Nel 2018, dice il report, tale numero ha raggiunto quota 1.600 unità (+6,5% rispetto al 2017) per un totale di circa 172mila camere (+4,7%), pari al 15,8% dell’offerta totale. Non solo: la crescita dei gruppi made in Italy è più veloce di quella degli internazionali, tanto che dal 2013 gli hotel di catene italiane sono aumentati del 28% contro “solo” il +8% degli internazionali. In un’ideale classifica però, sei dei primi 10 gruppi in Italia sono esteri, mentre i primi cinque gruppi stranieri contano oltre il doppio delle camere dei primi cinque italiani.

Le prime dieci catene italiane sono: Gruppo Una, Blu Hotels, Starhotels, Th Resorts, Bluserena, Delphina Hotels, Aeroviaggi, Jsh Hotels Collection, Parc Hotels Italia e Iti Hotels. «Per la prima volta – ha detto Zoran Bacic, senior partner & managing director di Horwath Htl – in Italia si è tracciato l’identikit dei primi 10 gruppi tricolori per fatturato; un cluster che oggi vale il 20% del totale delle camere di catena e che nel 2017 ha fatturato 870 milioni di euro. Secondo le nostre previsioni, il cluster supererà 1 miliardo di fatturato nel 2020». Insomma, se «per standard e dimensioni, gli hotel italiani si adeguano ai competitor internazionali, passando da una gestione quasi artigianale a una aziendale», lo Stivale rimane ancora indietro sul fronte della gestione vera e propria. Nonostante la locazione sia in crescita, infatti, il rapporto sottolinea come solo il 5% degli hotel di catena in Italia sia gestito con contratti di management.

«La crescita delle catene alberghiere, il miglioramento degli standard di servizio e l’interesse degli investitori istituzionali verso investimenti immobiliari nell’asset class ricettiva, confermano l’evoluzione del settore turistico alberghiero italiano verso un mercato più liquido, trasparente e professionale, con l’affermazione di modelli di business che prevedono la separazione della proprietà dalla gestione», ha aggiunto Alessandro Belli, head of tourism real estate Gruppo Cassa depositi e prestiti.

E per il futuro? Lo sviluppo sarà orientato al segmento 4 stelle, con una larga prevalenza dell’affitto. In totale, s0no previste oltre 15.700 camere e 120 alberghi da qui al 2022.

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