Halldis alla conquista del mercato asiatico con il China Project

14 Novembre 14:57 2017 Stampa questo articolo

Diffondere il proprio marchio in Cina e generare prenotazioni dirette dal sito www.halldis.cn: sono questi gli obiettivi di China Project, un’iniziativa di Halldis, società italiana di locazione di immobili e con più di 1.600 proprietà gestite in 25 località europee. Due i binari su cui corre il progetto, entrambi di marketing, ma ciascuno con un approccio differente: il primo, indiretto, prevede la collaborazione con alcuni portali di distribuzione cinesi come Ctrip, Zhubaijia o Tujia, mentre il secondo, diretto, si basa su un meccanismo di social marketing digitale che ha l’obiettivo di generare traffico di utenti.

Il sito, hostato su server locali, favorisce la customer experience e il cliente può prenotare direttamente su di esso tramite Alipay, Wechatpay o Unionpay. La strategia social, agisce invece su diverse piattaforme come Wechat, Weibo, Mafengwo e Qyer e si avvale della collaborazione di key opinion leader: blogger, vlogger o influencer cinesi.

«Ci stiamo espandendo – spiega Alberto Melgrati, ceo di Halldis  – con un  portfolio che aumenta di circa 400 unità all’anno. Cerchiamo nuovi mercati e quello del viaggiatore outbound cinese ha un grande potenziale verso l’Europa, che per la Cina in questo momento è ancora una destinazione abbastanza esotica, ma con 10 milioni di visitatori all’anno, di cui 1,5 in Italia, è in crescita vertiginosa. Anche se la maggior parte dei cinesi sceglie l’albergo come accommodation ideale, l’opzione di una casa è sempre più frequente, soprattutto per le nuove generazioni: l’età media del free independent traveller è intorno ai 30 anni. Se pensiamo che solo il 5% dei cinesi ha un passaporto e che la conoscenza media delle destinazioni europee non è sofisticata, prevediamo una parallela crescita esponenziale dei servizi a supporto per ottenere visti, ma anche per arricchire queste esperienze di contenuti: non è un caso che stanno aumentando i voli diretti per l’Europa. Stiamo investendo da due anni su un network di relazioni dirette e sulla condivisione delle piattaforme applicative ad hoc per questo mercato».

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