Guide Turistiche: “L’iniziativa di Firenze e Venezia per il rilancio è illegittima”

22 Marzo 09:55 2021 Stampa questo articolo

Imprecisa e illegittima la pur lodevole iniziativa #nonmetterledaparte dei sindaci di Firenze e Venezia, Dario Nardella e Luigi Brugnaro, per rilanciare le città d’arte. È la presa di posizione del presidente e vice presidente  del GTI, Guide Turistiche Italiane, Simone Fiderigo Franci e Claudia Sonego in una lettera inviata direttamente ai primi cittadini delle due città.

Pur apprezzando il tentativo di dar respiro alle categorie del comparto, infatti, secondo l’associazione l’iniziativa contiene delle imprecisioni nel suo decalogo che vanno emendate, ventilando – nel caso non ci fossero questi correttivi – l’impugnazione dell’iniziativa.

In particolare ad essere messo in discussione è il punto 4 del decalogo, dove si richiede un’abilitazione specialistica per lo svolgimento di professioni turistiche nei centri storici dei capoluoghi metropolitani siti Unesco. «Si rileva – sostengono i vertici GTI – che tale richiesta è illegittima in quanto in contrasto con la normativa vigente e la giurisprudenza, le quali hanno ripetutamente sancito l’illegittimità di disposizioni e regolamenti di enti territoriali che siano astrattamente idonee a circoscrivere l’esercizio della professione di Guida Turistica, disposizioni che in quanto tali risulterebbero limitative della concorrenza e, quindi, in contrasto con la Costituzione e con i principi dell’Unione europea».

Una forma di esclusiva territoriale o d’ambito, prefigurerebbe «un’illegittima restrizione ai principi comunitari di libera prestazione dei servizi e pertanto qualora l’Italia adottasse la proposta dei sindaci di Venezia e Firenze violerebbe il diritto dell’Ue». Anche il punto 3 è in discussione. Si fa riferimento alla necessità di possedere assicurazione e partita iva, «requisiti non obbligatoriamente previsti dalla legge per le guide turistiche».

Franci e Sonego confermano la disponibilità di Gti a collaborare con le istituzioni. «Come ripetiamo spesso, il futuro va progettato con tutte le parti coinvolte. Non si può pensare ai professionisti solo come a destinatari di bonus che poi devono tacere ed essere contenti. Ecco perché ribadiamo la necessità di consultarci. Noi per primi crediamo nel decalogo e tifiamo per la ripresa delle città d’arte oltre che dei centri minori. Ma tutto deve avvenire senza discriminazioni».

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