Garavaglia: «Al travel mancano 300mila lavoratori qualificati»

Garavaglia: «Al travel mancano 300mila lavoratori qualificati»
16 Novembre 12:40 2021 Stampa questo articolo

Il rilancio del turismo italiano post Covid rischia di rimanere al palo perché mancano i lavoratori per un settore pronto a ripartire: lo ha detto a chiare lettere il ministro del turismo Massimo Garavaglia intervenuto al Video Forum sul Pnrr, organizzato da ItaliaOggi e dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e dei periti commerciali.

In  modo esplicito il ministro ha dichiarato: «Al comparto turistico mancano tra le 200mila e le 300mila figure lavorative. Un paradosso se si pensa che il Paese paga un tasso di disoccupazione al 9%. In questi giorni siamo surclassati da richieste per far partire il prima possibile il decreto flussi; la stagione invernale è alle porte e manca il personale. Sul mercato non si trova personale italiano, dobbiamo ricorrere a quello straniero. Altro paradosso inaccettabile».

Da qui la ricetta di Garavaglia per porre rimedio a questa carenza: «Servono immediati correttivi. Dobbiamo formare più persone possibili in brevissimo tempo. Non è facile, ma va fatto. Abbiamo una buona offerta universitaria, ma siamo carenti in formazione professionale. La Spagna ha 60 Istituti tecnici superiori (Its) dedicati al turismo, l’Italia ne conta soltanto  13».

Per fronteggiare queste gravi carenze ci sono le risorse che il Pnrr dedica al settore turistico: Garavaglia ha ricordato i 2,4 miliardi di euro già sbloccati col decreto legge che avranno un effetto leva sugli investimenti per 6,9 miliardi di euro. Fondi che dovranno finanziare  un credito d’imposta dell’80% alle imprese turistiche per 500 milioni di euro; e ancora «l’ammodernamento delle strutture ricettive e nuovi interventi per la montagna; e per dare adeguato impulso al dettame della digitalizzazione, una piattaforma digitale per l’aggregazione dell’offerta turistica nazionale (114 milioni di euro) e per 358 milioni il fondo di garanzia e lo sviluppo di nuove professionalità. Tutti capitoli di spesa che toccheranno anche ambiti rilevanti dell’economia nazionale come l’enogastronomia, il Made in Italy e l’enoturismo; ambiti cruciali di un comparto che nel suo complesso vale almeno il 14% del Pil del paese e dà lavoro al 15% degli occupati del sistema-Paese».

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Andrea Lovelock
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