Fs, nel 2023 partirà il treno luxury della Dolce Vita

15 Giugno 14:54 2021 Stampa questo articolo

Un nome evocativo per un inedito servizio di lusso che può guidare la ripartenza dell’incoming italiano: è il Treno della Dolce Vita, ideato da Fs Italiane e Arsenale Spa, in stretta collaborazione con la Fondazione Fs. Un’importante risposta operativa per il rilancio del luxury tourism che verrà attivata agli inizi del 2023 con cinque treni, 11 carrozze, 32 cabine a bordo, 20 suite, 12 cabine deluxe, 64 ospiti e oltre 74mila passeggeri previsti nel corso del primo anno d’esercizio. Un totale di 10 tratte, cinque disegnate al sud, due al centro e tre al nord Italia. Una rete di itinerari che toccherà complessivamente 128 città, 14 regioni e un investimento che genererà l’assunzione di 220 persone.

Nelle intenzioni di Fs, questo treno vuole essere un asset anche per la destagionalizzazione, in quanto opererà tutto l’anno per sfruttare al meglio tutte le occasioni di visita del nostro Paese: dal periodo della vendemmia in Toscana, a quello del tartufo in Piemonte,  all’inverno sulle Alpi.

Non a caso, Luigi Corradi, amministratore delegato Trenitalia, non vuole che si chiami l’Oriente Express italiano, perché il Treno della Dolce Vita è qualcosa di molto diverso: non è un viaggio finalizzato a vivere solo un esperienza a bordo di treni d’epoca, ma un occasione per scoprire con il turismo slow, i paesaggi, i territori e i borghi italiani. «Questo progetto è di nuovo l’esempio di quel che succede quando le energie si fondono e quando si gioca in squadra. Il Treno della Dolce Vita – afferma l’ad – rappresenta tutto quello che dobbiamo fare per la ripartenza: se la nostra mission è spostare le persone, ebbene, questo progetto può rappresentare un segnale forte nel settore più colpito che è il turismo. E credo che oggi più di ieri è importante che i turisti viaggino in treno piuttosto che in auto. Con questa operazione vogliamo che i viaggiatori, italiani e stranieri, possano riscoprire la bellezza di riaffacciarsi dal finestrino e guardare da vicino le eccellenze italiane».

Apprezzamento per l’operazione di Fs è stata espressa dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, intervenuto alla presentazione: «Un progetto perfetto perché come negli anni Sessanta, quelli del boom e della ripartenza dopo la guerra, questo treno può essere il simbolo della ripartenza dopo la pandemia. E nel turismo è arrivata finalmente l’ora della rinascita: grazie ai vaccini possiamo ripartire senza fermarci e confidare nel ritorno degli stranieri già da questa stagione. Il pragmatismo dell’Europa con il green pass, ci ha consentito di poter avere già da luglio un ritorno dei flussi esteri. Questo treno porterà turisti in 120 città diverse, consentendo di differenziare e destagionalizzare. E dunque allargare i nostri orizzonti».

Oltre al valore economico dell’operazione, c’è un aspetto etico che è stato evidenziato da Paolo Barletta, amministratore delegato di Arsenale Spa: «Dolce Vita è un progetto di unione. Le strade ferrate sono la nostra storia e le abbiamo voluto valorizzare facendo scoprire questa Italia in modo nuovo. Un modo in cui la velocità non è nel treno ma nella bellezza».

Con investimenti già attivi e un portafoglio di hotel di lusso di prossime aperture che comprende, tra gli altri, Soho House e Orient Express (ex Hotel de La Minerve) a Roma, Rosewood a Venezia e il Santavenere a Maratea, Arsenale avvia così la sua seconda divisione nel settore turistico, al fianco di Trenitalia.

Un ruolo strategico lo avrà Roma, hub del Treno della Dolce Vita. Per la sindaca della Capitale, Virgina Raggi, «si tratta di un esempio virtuoso di come possiamo ripartire nel turismo all’insegna della sostenibilità e della valorizzazione dell’altra Italia che può risolvere anche i problemi dell’overtourism. Una scelta, quella della rotaia al servizio del turismo che Roma ha già compiuto lavorando su due progetti futuri di grande suggestione come il Treno del Giubileo dal centro città al Vaticano e il Treno dei Fori per regalare nuove suggestioni ai nostri turisti».

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Andrea Lovelock
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