Fiavet, Fortunati: «Con l’Iva al 25%
margini in calo per le agenzie»

11 Settembre 07:00 2017 Stampa questo articolo

Allarme marginalità per le agenzie di viaggi. A lanciarlo è Matteo Fortunati, segretario generale di Fiavet, in un’intervista esclusiva a L’Agenzia di Viaggi Magazine subito dopo la pausa estiva. Un’occasione, questa, per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa.

«C’è un tema di cui si parla ancora poco – esordice Fortunati – ma è dietro l’angolo. Dal 1° gennaio l’aliquota Iva al 22% sarà elevata al 25% (e ulteriormente innalzata nel 2019), e questo comporterà la riduzione dei margini di ben il 3% per le agenzie viaggi che organizzano pacchetti Ue. Ancora più importante appare questo tema se si tiene conto del fatto che chi promuove attività di outgoing extraUe non viene minimamente colpito da tale novità (un ambito che, come noto, è esente Iva), mentre chi promuove l’incoming in Italia è pesantemente penalizzato dall’aumento dell’aliquota. Ora, il recepimento della direttiva Ue sui pacchetti, costituisce sicuramente occasione per affrontare anche il tema fiscale (e non solo quello legale) per introdurre un metodo di calcolo che tenga conto delle varie componenti del pacchetto turistico e ridurre quindi il carico fiscale Iva. Ma essendo l’innalzamento delle aliquote Iva un tema richiesto dagli impegni comunitari, non è ovviamente possibile richiederne la variazione. Da anni, però. si discute nel comparto della possibilità di variare il metodo di calcolo dell’imposta nel regime 74ter e su questo punto che ci batteremo seriamente».

A proposito della direttiva Ue sui pacchetti, cosa c’è da aspettarsi?

«Sono circolati negli ultimi giorni diverse notizie di stampa e documenti propagandistici sul tema del recepimento della direttiva. C’è un chiaro tentativo di generare visibilità sulla questione, che non può far dimenticare le reali posizioni e azioni messe in campo dal mondo delle associazioni, alcune delle quali – tralascio le sigle – cercano di autolegittimare la propria rappresentanza, non avendone titolo. Ma la realtà è quella che si è vista al tavolo del Mibact, dove solo Fiavet (insieme ad Assoviaggi e Federturismo-Travel) si è fermamente opposta all’allargamento del tavolo ad associazioni (albergatori, pubblici esercizi), che hanno rivendicato interesse a entrare nel campo delle aggregazioni dei servizi turistici, volendo ampliare a danno delle agenzie il loro core business, forse per riscattare fette di mercato ora occupate dai b&b».

Sul fronte della rappresentatività il settore soffre di una polverizzazione deleteria, non crede?

«Noi crediamo, diversamente da altri, che le migliori energie vadano spese in questa fase, non a fare proclami su intenzioni e aspettative – spesso non effettivamente raggiungibili, ma di sicuro effetto per strappare un emotivo consenso alla base – ma sui fatti e obiettivi concreti. In questa ottica, da inizio anno, ci siamo impegnati nella attività di costante affiancamento e collaborazione con gli Uffici del Mibact che stanno scrivendo la normativa, nelle relazioni con i vertici politici ministeriali, ma anche governativi e parlamentari, per creare quella sensibilità politica, unico presupposto che consente di comprendere appieno le esigenze del comparto e di appoggiare, quindi, richieste ed emendamenti proposti da Fiavet con Assoviaggi e Federturismo. La comunicazione, anche tecnica, sulla nuova direttiva pacchetti per noi è cominciata a novembre 2015, un mese dopo l’emanazione da parte del Parlamento europeo, con seminari, convegni, circolari e dibattiti all’interno della federazione. Bene, dove erano e cosa hanno fatto le altre associazioni allora, quelle che ora si affrettano a comunicare che ci sono anche loro e che sono pronte a stracciarsi le vesti? Penso che servirebbe più senso di responsabilità e coesione verso l’interesse della categoria per affrontare questo vitale passaggio per gli agenti di viaggi. Lavoriamo prima sodo, otteniamo risultati di sostanza per la categoria e rinviamo la propaganda a un secondo tempo, se avremo ottenuto risultati».

C’è anche l’urgenza di intercettare i giovani agenti, distanti dalla vita associativa. Come pensate di attirarli e renderli partecipi?

«Da tempo stiamo investendo sui social media e sul web al fine di avere un’adeguata comunicazione perché si possano avvicinare anche gli agenti giovani. Devo dire che i risultati sono arrivati visto che in un solo anno abbiamo aumentato i soci del 20%».

Guardando al futuro, quali sono gli altri obiettivi di Fiavet?

 «A parte la direttiva pacchetti e il fondo di garanzia, l’impegno più rilevante è la nuova piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale che interessa migliaia di addetti ai lavori».

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Andrea Lovelock
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