Formazione e digital: così il turismo uscirà dalla crisi

by Andrea Lovelock | 12 Aprile 2021 15:22

Danni permanenti al tessuto delle imprese di viaggi, ma cauto ottimismo per l’immediato futuro: è quanto l’86% delle stesse agenzie dichiara e che viene riportato nell’osservatorio di Fonditalia su un campione rappresentativo delle imprese aderenti al Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua. Al fondo, aderiscono circa 10mila aziende del turismo.

L’osservatorio ha voluto monitorare il sentiment delle imprese della filiera turistica italiana in vista della ripartenza e cercare di comprendere quali sono le necessità primarie espresse dall’imprenditoria di settore. Ebbene, in generale, formazione in marketing e comunicazione, informatica, lingue e organizzazione aziendale rappresentano le priorità espresse dal sistema turistico nazionale, anche in vista dell’estate 2021 e sulla scorta dei primi dati raccolti in questo primo trimestre dell’anno. Cifre che presentano ancora – com’era prevedibile – un saldo negativo, con una flessione di circa 15 milioni di pernottamenti dovuta in gran parte al blocco del turismo invernale, segnato dall’80% in meno di presenze rispetto all’anno scorso, e di quello primaverile, tra lockdown a singhiozzo e restrizioni fino a Pasqua.

AGENZIE E HOTEL: LA CONTA DEI DANNI. Eppure, nonostante questo quadro a tinte fosche, si osserva un diffuso ottimismo tra gli operatori. Oltre il 76% delle agenzie di viaggi ritiene, infatti, che i flussi turistici del futuro supereranno i livelli pre Covid e secondo il 47% di esse, questi saranno indirizzati prevalentemente verso l’Europa.

Di fatto lo studio ha analizzato lo stato dell’arte di due segmenti, particolarmente provati dall’emergenza, come le agenzie e il ramo alberghiero.

La stragrande maggioranza delle imprese, nello specifico l’83% delle agenzie di viaggio e il 60,7% delle strutture di alloggio, ritiene che la pandemia determinerà cambiamenti permanenti nella propria attività. Secondo la maggior parte degli intervistati i settori sui quali sarà necessario intervenire saranno la tipologia dei servizi offerti, l’organizzazione del lavoro, il marketing e la comunicazione nonché la sicurezza, soprattutto dal punto di vista sanitario. Emerge comunque una cospicua percentuale di aziende che non sa rispondere, pari al 50% delle agenzie di viaggi e al 53,6% delle strutture di alloggio, dato che mette in evidenza la necessità di predisporre attività di consulenza o di accompagnamento in una fase di transizione così delicata.

«È uno scenario in continua evoluzione – osserva Egidio Sangue, direttore di Fonditalia – Secondo le nostre analisi la ripresa passerà soprattutto dall’innovazione digitale e dalla formazione. Partendo dal dato che in media sette persone su 10 prenotano viaggi via web, è indubbio che il digitale sia diventato uno strumento importantissimo per intercettare il flusso di viaggiatori internazionali. In attesa che la vaccinazione di massa porti i suoi frutti e che il settore possa ripartire, anche grazie all’adozione del passaporto vaccinale, la riorganizzazione comporta scelte aziendali adeguate».

Di certo, la  fotografia dei bisogni formativi delle aziende intervistate mette in evidenza le competenze indispensabili per le figure professionali; tra queste spiccano padronanza delle lingue e delle culture degli altri Paesi, esperienza in materia di salute e sicurezza sanitaria e conoscenze informatiche di gestione aziendale. In quest’ultimo ambito c’è ancora molto da fare se si pensa che l’80% delle imprese intervistate ha dichiarato di non utilizzare app o software per il coordinamento del personale né per la traduzione simultanea.

RIPARTIRE DA FORMAZIONE E DIGITAL. Nelle specifiche per settori, poi, se il ramo alberghiero ritiene che, tra le figure professionali che acquisiranno maggiori opportunità di inserimento in futuro, figureranno i tecnici informatici, gli esperti di marketing e i manager, per le agenzie di viaggi le maggiori opportunità saranno offerte dallo sviluppo del digitale.

Ed analizzando il dettaglio dell’offerta formativa di cui beneficiano attualmente le aziende, a guidare la classifica è la formazione obbligatoria ex-lege, seguita dal 50% delle imprese del settore alloggio e dal 41,2% delle agenzie di viaggio. Al secondo posto si collocano corsi di formazione in lingue straniere. In entrambi i settori si segnala tuttavia una percentuale di aziende superiore al 17% che non offre alcuna attività formativa ai propri dipendenti.

Da qui la urgente necessità di percorsi di aggiornamento specifici sulle nuove normative che interessano il mondo del lavoro. È infatti emerso che ben il 58,8% delle agenzie di viaggio e il 28,6 delle strutture di alloggio non siano a conoscenza della possibilità di applicare deroghe economicamente migliorative nell’ambito del contratto collettivo per i lavoratori della propria azienda. Al tempo stesso, il 76,5% delle agenzie di viaggio e il 39,3% delle strutture di alloggio non è al corrente della possibilità di applicare contratti collettivi diversi da quelli maggiormente utilizzati.

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