Fondo Nazionale per il Turismo, 2 miliardi da Cdp per salvare gli alberghi

by Andrea Lovelock | 25 Settembre 2020 13:40

Sarà di due miliardi di euro la dotazione complessiva del Fondo Nazionale per il Turismo presentato da Cassa depositi e prestiti in stretta collaborazione con il Mibact. Il ministro Dario Franceschini, presente alla illustrazione del Fondo, ha tenuto a precisare che «questa operazione è una iniziativa che mira a riqualificare l’ospitalità italiana, preservandone le caratteristiche e rilanciando le priorità che avevamo già individuato nel periodo pre Covid, ovvero puntare sul turismo esperienziale d’alta gamma, con visitatori in grado di rispettare la fragilità delle nostre bellezze ed apprezzare la valorizzazione dell’ospitalità caratterizzata dalla italianità dei nostri servizi».

E in tal senso Franceschini ha lanciato l’idea imprenditoriale di una catena di alberghi diffusi che sarebbe una risposta formidabile da dare al mercato turistico internazionale che quando pensa all’Italia, immagina questo tipo di accoglienza. «E il modello degli alberghi diffusi contribuirebbe a generare indotto, rivitalizzare piccoli e antichi borghi, ma anche piccole città d’arte, ripristinando anche altre attività commerciali».

I QUATTRO ASSET DI CDP. Da parte di  Cdp, come ha ricordato il presidente Giovanni Gorno Tempini: «con questo Fondo vogliamo realizzare un impegno di lungo periodo – in linea con la natura di Cdp come investitore paziente per la crescita sostenibile del Paese – che mette a disposizione la propria esperienza e capacità di fare sistema e sostenere lo sviluppo dei territori».

Nel dettaglio Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp, ha spiegato che «questo Fondo integra il nostro impegno già espresso nel turismo, con quattro asset individuati da tempo che sono percorsi di alta formazione per una nuova classe manageriale nell’hôtellerie: l’innovazione attraverso il finanziamento di startup per la digitalizzazione del settore, il consolidamento dei gestori con la creazione di campioni nazionali nella gestione di strutture-guida, come già accaduto nei casi Rocco Forte Hotels (Villa Igea) e Th Resorts con 17 villaggi riqualificati, e infine la valorizzazione degli asset immobiliari: acquisto e ammodernamento delle strutture alberghiere, promuovendo la separazione tra proprietà immobiliare e gestione alberghiera, per garantire adeguati investimenti ed elevati standard qualitativi».

LE RISORSE MESSE IN CAMPO. C’è da ricordare che nel corso degli ultimi anni Cdp ha già acquisito sette strutture ricettive per un investimento complessivo di 160 milioni di euro. Ora con questo nuovo Fondo Nazionale saranno mobilitati fino a 2 miliardi di euro, a valere sulle risorse di Cdp, per un totale di 750 milioni di euro, e su ulteriori fondi di investitori terzi, mentre il Mibact contribuirà, attraverso un fondo istituito con il decreto Rilancio, fino a 150 milioni di euro.

A chiusura di presentazione Franceschini ha ribadito che «il governo vuole essere al fianco delle imprese turistiche per fargli attraversare il deserto di questa emergenza pandemica che ha messo a rischio gran parte del patrimonio alberghiero italiano. Contribuire a preservare questa ricchezza dell’hôtellerie italiana, prevalentemente rappresentata da alberghi a tre stelle, e sostenere progetti innovativi come gli alberghi diffusi, sono le modalità migliori per guardare al post Covid, per pianificare il ritorno del turismo estero che – ne sono certo – sarà impetuoso come lo era stato negli ultimi due anni pre Covid. Dobbiamo essere pronti ad organizzare bene l’offerta, gestire i flussi. Ecco perché ritengo essenziale intervenire ed investire in infrastrutture al sud, dove l’Alta Velocità è ancora ferma a Salerno e lungo la dorsale Adriatica, priva di efficienti collegamenti finalizzati alla mobilità turistica».

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