Fiere e congressi: le associazioni chiedono la proroga della cassa integrazione

11 Gennaio 14:47 2021 Stampa questo articolo

Allarme rosso per i posti di lavori nei settori di fiere e congressi: l’associazione di categoria Federcongressi&eventi lancia il segnale sottolineando come quelli che vengono da tutti considerati i due comparti più colpiti dall’epidemia Covid-19 rischiano di essere esclusi dalla proroga della cassa integrazione Covid in deroga (Cig Covid) per i settori fortemente in crisi allo studio dei tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia.

La proroga della cassa integrazione, come si evince in una nota inviata ai ministeri competenti dalle tre associazioni di categoria (Aefi, Cfi e Federcongressi&eventi), è una misura indispensabile per evitare una perdita di occupazione mai vista per i settori fondamentali per la ripresa del sistema produttivo ed economico del Paese che stanno affrontando una crisi strutturale di dimensioni senza precedenti.

Ed in una nota congiunta Federcongressi&Eventi, Aefi e Cif evidenziano che “i settori di fiere, congressi ed eventi sono i naturali beneficiari della cassa integrazione in deroga: da marzo 2020 a oggi le aziende dei comparti hanno potuto lavorare solo per un breve periodo tra settembre e ottobre ma in totale mancanza di domanda. L’apertura dei settori, poi, non ha comportato un’immediata ripresa dei ricavi: di fatto la filiera di fiere, congressi ed eventi aziendali è di fatto ferma dal primo lockdown generale”.

A circostanziare le preoccupazioni interviene Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&Eventi: «L’industria dell’organizzazione di eventi aziendali, convegni e congressi ha subito nel 2020 una riduzione dell’80% dei ricavi dovuti alle cancellazioni degli eventi già in calendario con una perdita per il comparto di ricavi per 28,5 miliardi di euro. Siamo in una situazione di blocco totale della domanda con conseguente azzeramento di potenziali ricavi almeno fino al 30 giugno 2021. Senza dubbio, poi, anche la seconda metà dell’anno non sarà a pieno regime (ammesso che la situazione epidemiologica migliori) ed è quindi prevedibile una perdita di ricavi anche per il 2021 di oltre il 70%. I costi del personale rappresentano per noi il 75% del totale dei costi generali: perdere gli ammortizzatori sociali significa perdere il reale strumento di supporto e ristoro delle imprese».

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