Federconsumatori: “No all’ingresso a pagamento a Venezia”

06 Febbraio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Sulla decisione del Comune di Venezia di applicare una tassa di ingresso di 3 euro per i turisti è intervenuta Federconsumatori: “Apprendiamo con non poco stupore delle delibere predisposte per introdurre una tassa di ingresso alla città – si legge nella nota – Il sindaco Brugnaro assicura che non ci saranno chiusure e che la città resterà aperta e vivibile, ma è piuttosto difficile crederci, poiché l’obbligo di pagamento impedirà, di fatto, il libero accesso al capoluogo veneto. Parliamo di cifre non proprio trascurabili (tre euro nelle fasi di minore afflusso, sei euro nei giorni ordinari, otto euro nei momenti più affollati e addirittura dieci nei periodi in cui in città arriva il maggior numero di visitatori) che tra l’altro vanno ad aggiungersi, almeno per chi pernotta, alla già vigente tassa di soggiorno”.

Con un po’ di ironia Federconsumatori ricorda un grande classico della filmografia comica italiana: “Una prospettiva che fa pensare ad un celebre ed esilarante film in cui Benigni e Troisi, al passaggio di un confine, sono alle prese con un’irreprensibile guardia che si ostina a chiedere un fiorino per ogni minimo movimento alla dogana. Questa però è la realtà e di comico c’è ben poco”.

L’amministrazione comunale ha annunciato che le entrate verranno investite in servizi per i cittadini. “Nonostante ciò, il provvedimento appare assolutamente iniquo e con ogni probabilità si rivelerà anche antieconomico nonché controproducente per l’intero settore turistico lagunare – continua la federazione – È vero che l’imponente afflusso turistico può avere ripercussioni negative su una città fragile come Venezia ed è necessario mettere in atto controlli serrati per evitare che il suo inestimabile patrimonio venga messo a rischio ma è comunque possibile individuare altre soluzioni per tutelarne l’integrità nonché per coprirne i costi di gestione”.

Per Federconumatori, “non è certo imponendo un pagamento che si può riuscire a ottenere che i visitatori adottino condotte rispettose, poiché il denaro non garantisce né misura la civiltà di un turista: questa misura è solo strumento per fare cassa sui grandi numeri. Visitare liberamente la città è un diritto ed è inaccettabile porre vincoli economici all’arrivo dei turisti”.

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