Evaneos, se l’Italia diventa protagonista del tailor made

15 Febbraio 05:30 2018 Stampa questo articolo

Un folto pubblico di turisti ha animato la presentazione milanese organizzata dalla piattaforma Evaneos.it che mette i viaggiatori in collegamento diretto con oltre 170 agenti di dmc selezionati da 90 Paesi nel mondo, per l’organizzazione di un viaggio 100% su misura.

L’incontro, che presentava Argentina, Australia, Messico, Uganda e Vietnam, risultate mete di tendenza quest’anno, era davvero speciale perché non più telefonico o via web ma de visu, con cinque operatori locali di Evaneos tutti in grado di parlare italiano e basati nelle destinazioni che illustravano.

Evaneos (sintesi di Evasion e Neos=nuovo + Nord Est Ovest Sud) è la start up che nasce in Francia nel 2009, tuttora basata a Parigi con 160 persone (e 40 nuove assunzioni quest’anno). Pioniera nel settore del viaggio su misura, oltre che in Francia e in Italia, la società è presente in Germania, Regno Unito, Spagna, Danimarca, Paesi Bassi e Svizzera. Ed è stata nominata start up dell’anno da Ernst&Young nel 2017.

«Al viaggiatore offriamo contatti alla fonte, che chiamiamo operatori locali – spiega Sarah Quatela, country manager per l’Italia – una selezione di 1.200 agenti locali specializzati nel mondo, e oltre 10mila contatti, per un’esperienza autentica e vantaggiosa economicamente, sempre all’insegna della nostra filosofia: passione del viaggio digitale, fiducia e trasparenza».

Eliminando gli intermediari, i prezzi diminuiscono del 10-30% rispetto a un tour operator classico, con una spesa media di 1.400 euro per un viaggio di 14 giorni in tutte le destinazioni, ma il portale offre in più voli internazionali, visti, servizi a terra e qualsiasi necessità per costruire tour classici o d’avventura, per famiglie con bambini o viaggi di nozze. Che i viaggiatori pagano alla prenotazione (Evaneos prende la commissione solo dalle adv). La piattaforma copre nel mondo 160 destinazioni, di cui 90 destinate al mercato italiano (che preferisce, nell’ordine, Thailandia, India, Messico, Vietnam, Sri Lanka), che pesa per il 40% dei viaggiatori globali (oltre 200mila dal 2009 a oggi, previsti a quota 800mila nel 2020) e per il 14% del fatturato.

Sull’Italia, il secondo mercato dopo quello francese, Evaneos ha obiettivi di crescita: dopo aver ampliato per gli italiani le destinazioni a lungo raggio, ora è proprio il Bel Paese a diventare ‘top destination’ per americani, e non solo. Proprio per questo la società cerca 50 nuove agenzie locali partner che entreranno a far parte del network nel 2018, sempre senza contratto di esclusiva. Alle candidate italiane, ad esempio, si richiede ampia disponibilità di orari, regolare licenza, capacità di organizzare viaggi su misura, e, saper parlare inglese se sono interessate al mercato degli Stati Uniti.

In cambio Evaneos sostiene la loro attività di vendita B2C occupandosi del marketing, offrendo gratuitamente un gestionale con tool per preventivi, facendo formazione continua con academy e webinar. E le agenzie crescono molto velocemente. «La chiave del nostro successo è trovare le agenzie locali giuste – sottolinea Quatela – siamo una start up in costante evoluzione: vogliamo crescere ogni anno, fare sempre meglio. Non ci interessa vendere per vendere, piuttosto soddisfare il cliente o anticipare i suoi desideri. Non è turismo di massa, ma di privati, con esigenze specifiche e un budget preciso». Evaneos offre una doppia consulenza ai viaggiatori: i consigli degli agenti locali da una parte, e i consigli del proprio team dall’altra.

Il sito è fonte di informazioni e ispirazioni con 5mila idee di viaggio, e oltre 20mila testimonianze di persone che hanno già viaggiato con Evaneos. Mentre l’app permette un confronto in tempo reale con l’agente locale anche durante il viaggio. Previsto per fine aprile, infine, il lancio di un programma loyalty per i viaggiatori italiani (già disponibile in Francia e Germania) che prevede di ricambiare la fedeltà con un dono. Una sorpresa, dopo tanti contatti tra operatori e viaggiatori avvenuti solo via skype, e-mail e telefono. Perché «il viaggio è prima di tutto una questione d’incontri tra gli umani», parola dei fondatori Eric La Bonnardière e Yvan Wibaux.

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Adriana De Santis
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