Estate tra stop & go:
mappa turistica in evoluzione

by Giorgio Maggi | 24 Giugno 2020 11:47

Nonostante il periodo di fermento, con destinazioni che ripartono, hotel e voli che riaprono, si conferma la previsione che l’estate 2020 sarà una stagione caratterizzata da un’estrema incertezza. La causa, ancora una volta e per molto tempo in avanti, è sempre la diffusione del Covid-19 che continua crescere in tutto il mondo e costringe alcuni Paesi ha ripristinare restrizioni che aveano già allentato – sopratutto in Europa – mentre nel resto del mondo è record di contagi in Brasile e Usa.

In Europa, per esempio, il Portogallo ha varato un mini-lockdown per l’intera area metropolitana di Lisbona, dopo che nel periodo dal 21 maggio al 21 giugno si sono registrati 9.221 nuovi casi di Covid-19. Per questo motivo, il governo portoghese ha deciso il ritorno di alcune misure di contenimento per chi organizza o partecipa ad assembramenti non consentite dalla legge. Così, verrà istituito il limite massimo di 10 persone per gruppo, oltre alla chiusura dei negozi alle ore 20 ad eccezione dei ristoranti, nonché il divieto di consumare bevande in pubblico.

Anche in Spagna, poi, alcuni focolai hanno attirato l’attenzione delle autorità. In Aragona, nel nord est del Paese, i nuovi contagi hanno fatto decidere di tornare dalla “fase 3” alla “fase 2” delle riaperture con nuove restrizioni.

In Germania, infine, dopo la fiammata di contagi nel mattatoio di Rheda-Wiedenbrück il governatore del Nordreno-Westfalia ha deciso il lockdown della zona, così nell’area di Gütersloh si torna alle restrizioni di marzo. Per circa 370 mila abitanti significa che chiudono nuovamente locali, scuole, ristoranti, negozi, palestre e piscine. E fino al 30 giugno si potrà uscire di casa al massimo in due.

In generale, però, la pratica dei lockdown mirati e le quarantene intermittenti è stato lo scenario più probabile della fase 3 ipotizzato in Europa, e le prime conferme arrivano in questi giorni.

Un caso a parte, meritano infine, gli Usa ancora in piena emergenza da coronavirus. Gli Stati Uniti, infatti, potrebbero non rientrare nella lista di Paesi con cui riaprire le frontiere che l’Unione Europea sta mettendo a punto. A dirlo è il New York Times, che ha avuto modo di consultare una bozza su cui sta lavorando Bruxelles, e in base alla quale dal primo luglio verrebbe proibito l’accesso ai viaggiatori provenienti da Usa, Russia e Brasile.

Il motivo riguarda l’andamento delle curve epidemiologiche, che negli States in particolare, risultano fuori controllo in una ventina di Stati, tra cui Texas, California e Florida. Sulla decisione finale della Ue però, avranno un peso anche le ultime mosse dell’amministrazione Trump, che ha annunciato la chiusura delle frontiere fino al 31 dicembre prossimo, per circa 525 mila persone in cerca di occupazione. Una decisione che riguarda anche lo stop a stage, scambi di studenti, ragazzi e le ragazze alla pari; in totale, circa 300 mila giovani provenienti da 200 Paesi, che nel solo 2019 hanno potuto varcare i confini statunitensi per opportunità di studio, di ricerca e anche di lavoro.

Tra gli altri Paesi messi sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione europea ci sarebbero anche la Cina, l’Uganda, Cuba e il Vietnam.

Ciò che resta da capire però, è quali Paesi Ue, una vota stilata la lista definitiva, decideranno poi di adottarla dal momento che le misure prese da Bruxelles in materia di chiusura dei confini rappresentano solo un’indicazione agli Stati membri. Con il rischio, sottolinea il quotidiano Usa, che in caso di mancata applicazione da parte di una nazione, potrebbe tornare anche le chiusure delle frontiere all’interno del vecchio continente.

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