Estate, ipotesi dietrofront dei turisti stranieri

14 Maggio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Ripetersi sarà difficile. Dopo il boom dello scorso anno quando in Italia i turisti stranieri provenienti dall’estero avevano superato gli italiani, la prossima estate il rischio concreto è che le cose vadano in modo inverso, soprattutto se si parla di un prodotto come quello legato alle vacanze balneari.

I motivi sono sotto gli occhi di tutti: il riemergere delle altre destinazioni mediterranee, i prezzi (quasi) sempre troppo alti rispetto ai competitor dei prodotti italiani e, last but not least, un “parco” strutture bisognoso di più di un intervento di restyling. I

ntanto, in attesa di vedere cosa accadrà nei mesi più caldi – le prenotazioni sono in ritardo anche sui principali mercati esteri, nonostante il periodo di viaggio sia tradizionalmente diverso da quello dei turisti tricolori – gli ultimi segnali dell’annata vacanziera per l’Italia dell’incoming sono stati positivi.

I primi risultati del monitoraggio dell’Ufficio Studi di Enit sulle vendite dell’Italia all’estero per il periodo pasquale hanno registrato infatti una crescita dell’appeal dello Stivale: in testa con il 95% di prenotazioni le mete del turismo culturale e religioso, ma subito dietro non sono mancate quelle balneari come Cinque Terre e Lignano Sabbiadoro.

Una classifica che rispecchia in gran parte quella relativa all’ultimo anno, quando però i flussi turistici si erano concentrati soprattutto al nord e al centro, relegando in secondo piano le mete balnerari del sud più tradizionali. Eppure, a dare un’occhiata ai siti dei principali media e travel blogger internazionali, l’Italia estiva significa soprattutto località meridionali, dalla Puglia alla Sardegna, passando per Sicilia, Campania e Calabria, con la speranza ulteriore, quest’anno, che Matera Capitale Europea della Cultura possa fare da traino a tutto il Meridione.

«Ad andare sempre bene, anche la prossima estate, saranno le città d’arte, soffriranno invece mare e laghi un po’ in tutta Italia», conferma Mauro Mazzola, chief commercial officer di Italica Dmc, smart company creata dall’accordo tra Italica Turismo e Logitravel Group e attiva su tutti i principali mercati esteri. «Tra Brexit e Turchia che svende, la Grecia che è tornata di moda e Tunisia ed Egitto che hanno riaperto, inglesi e tedeschi hanno preferito rivolgersi altrove. Una situazione che interessa anche la Spagna, dove infatti c’è ancora disponibilità di posti».

Ma il problema principale continuano a essere i prezzi tricolori, sempre troppo alti rispetto ai competitor. «In Turchia, con la stessa cifra con cui in Italia si compra la mezza pensione, si ha accesso a un hard all inclusive in strutture nuove a 4 e 5 stelle», conferma Luigi Tilotta, chief operating officer di Master Group Tour Operator.

In questo panorama, soffrono di più alcune mete come Sardegna e Sicilia. «La Calabria ancora riesce a essere competitiva, soprattutto per mercati molto sensibili al prezzo come quelli dei Paesi dell’est o gli stessi tedeschi», dice. Sempre più diffuse, anche sul fronte dell’incoming, sono poi le prenotazioni sottodata, mentre anche la durata delle vacanze si è ridotta. «Si tratta di tendenze di carattere generale che poco hanno a che fare con la percezione della destinazione all’estero. Anzi, sempre più spesso si finsice per scegliere il villaggio o il resort, più che la meta».

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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