Enit e i primi passi dell’incoming: meno disdette e più montagna

Enit e i primi passi dell’incoming: meno disdette e più montagna
20 Luglio 11:45 2020 Stampa questo articolo

È un prevedibile “bollettino di guerra” dell’incoming italiano relativo ai mercati esteri quello stilato dall’Enit in questi giorni. Ma non manca un cauto ottimismo per i segnali di ripresa in qualche importante bacino di traffico.

Gli arrivi internazionali in tutto il 2020, infatti, calano del 55% rispetto al 2019 (pari a 35 milioni di visitatori) e l’Italia perde 119 milioni di pernottamenti nel 2020 (165 milioni compresi gli italiani). Come proiezione per tutto il 2020 in termini di arrivi internazionali il nostro Paese è linea con la Francia e la media dell’Europa Occidentale (-52%). Ha più appeal di Croazia (-68%) e Grecia (-58%), ma perde cinque punti in più della Spagna (-50%),

Riguardo alla stagione estiva, comunque, le previsioni Enit sono all’insegna di un cauto ottimismo, sebbene con doverosi distinguo, grazie al mercato domestico italiano che registra una ripartenza a corrente alternata: innanzitutto perché solo il 47% degli italiani potrà permettersi un periodo di vacanza. E di questi il 46% si orienterà ad organizzare vacanze tra luglio e agosto in alberghi, mentre  quasi la metà sceglierà  alberghi di categoria medio-bassa. Per la coda della stagione estiva, il top delle vacanze saranno nelle country house, nei campeggi oppure presso dimore di parenti.

Tiene comunque, secondo l’Enit, il sogno straniero di una vacanza in Italia: dal web i segnali sono positivi con 231milioni di interazioni e oltre 658mila reazioni di gradimento sui canali social per il nostro Paese. Inoltre il turismo è tra i primi 10 temi web dominanti a livello internazionale e produce 370,7 milioni di visualizzazioni. Quindi nell’immaginario dei turisti stranieri potenziali, l’Italia torna ad essere la grande destinazione turistica che è sempre stata, in uno scenario sempre meno legato al Covid.

Ma permane un quadro desolante riguardo alle perdite di ospiti stranieri: per l’intero trimestre estivo da luglio a settembre l’Italia registra infatti un calo degli arrivi aeroportuali internazionali in linea con quello degli altri paesi concorrenti (Italia -86,9%), Francia (-83,9%) e Spagna (-83,4%). Una contrazione più profonda si registra a luglio (-90,4%) rispetto ad agosto (-85,3%) e a settembre (-83,3%). Il totale degli arrivi aeroportuali internazionali dal 1° gennaio al 12 luglio 2020 registra perdite al -81% rispetto allo stesso periodo del 2019. In ragione di quanto appena detto, il crollo maggiore è quello dei flussi provenienti da Usa (-87,5%) e Cina (-88,8%). Diminuzione contenuta è quello dalla Francia, che si assesta su un -72,5%.

In merito poi alle tipologie del nostro incoming, le proiezioni di Enit per tutto il 2020 vedono la montagna meno colpita dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d’arte (-49%) maggiormente dipendenti dai turisti provenienti da oltreoceano. Il turismo montano va bene ed intercetterà il 60% dei visitatori dal mercato interno, consolidando un trend positivo e confermandosi la destinazione adatta in questo periodo post pandemico.

In confronto, le destinazioni costiere e le città d’arte in particolare risentono in maniera più pronunciata della chiusura dei voli e della quarantena prevista per gli arrivi extra Schengen, essendo mete a maggiore incidenza dei visitatori internazionali.

Migliorano le prenotazioni straniere fino al 23 agosto, con un calo più ridimensionato. Da alcuni mercati c’è addirittura una frenata alle disdette: in particolare, la Germania passa da -83,7% a -75,7%, e la Francia da -79,1% a -64,9, il Regno Unito da -90,6% a -86,5%. Scontato il calo dagli Usa, in considerazione della fase acuta della diffusione del virus nel Paese (-94,3%) e per analoghi motivi la Russia (-93%).

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Andrea Lovelock
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