Engagement e innovazione: la ricetta Deloitte per l’incoming italiano

by Redazione | 7 Agosto 2020 12:37

“Far sentire al sicuro i viaggiatori. Investire in forme di turismo innovative. Spingere il Made in Italy per valorizzarne la potenza economica. Attuare politiche industriali coraggiose dedicate all’innovazione per assicurare una crescita sostenibile del Paese, sia industriale sia sociale”. Sono queste, secondo Andrea Poggi, innovation leader di Deloitte Italia e North-South Europe, le poche ma fondamentali direttrici e il ricettario per far ripartire il turismo tricolore.

Secondo i dati dell’Osservatorio quindicinale di Deloitte, “State of the Consumer Tracker”, prevalgono ancora paura e cautela tra i turisti: solo il 28% degli intervistati si sente sicuro di volare e poco più alta è la percentuale di chi si sente tranquillo a soggiornare in hotel (41%). Attrezzarsi per il “new normal” in tempi brevi è quindi decisivo per riposizionarsi tra le mete dei viaggiatori e per investire le cospicue risorse attese dal Next Generation Europe su uno dei settori che ha un profilo di eccellenza indiscussa.

L’innovazione, ad esempio, potrebbe dare una spinta decisiva al settore per garantire all’utente finale diverse modalità di fruizione del servizio, sia fisiche sia digitali. Esempi esteri di valorizzazione territoriale innovativa e digitale – si legge nel report – arrivano dall’Islanda con Inspired by Iceland, un programma di promozione del territorio tramite video di testimonial su social network volti a creare engagement dei turisti, e dalle Isole Faroe, dove gli abitanti del posto, dotati di una videocamera in diretta, portano i turisti a scoprire paesaggi e attrazioni da remoto.

Come dimostrano questi casi, prosegue lo studio, risulta strategico digitalizzare la filiera del turismo e creare poli turistici interconnessi, anche per aumentare la collaborazione tra le imprese coinvolte ed amplificarne il potenziale commerciale.

La Spagna, ad esempio, ha da poco lanciato il suo nuovo portale ufficiale che connette una molteplicità di imprese turistiche e istituzioni, dando ai turisti la possibilità di programmare il proprio viaggio basandosi sulle esperienze di utenti con preferenze simili.

«Nell’attuale contesto competitivo, l’innovazione e la promozione di un turismo digitale con modalità di fruizione “ibride”, se sostenuta da politiche industriali coraggiose, può rivelarsi un’importante alleata per riposizionare il Made in Italy, un brand che, se registrato, sarebbe tra i più noti al mondo», conclude Poggi.

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