Emirates rinnova i vertici per tornare a crescere

06 Settembre 10:49 2019 Stampa questo articolo

È una vera e propria riorganizzazione quella che sta avvenendo ai vertici del management di Emirates in seguito ai deludenti risultati finanziari registrati negli ultimi mesi, accompagnata da un maxi rinnovo della flotta nel giro di 4-5 anni.

La compagnia aerea di Dubai, infatti, ha distribuito una serie di nuovi incarichi: Adel Al Redha sarà il nuovo chief operating officer, Adnan Kazim prenderà il ruolo di chief commercial officer, e Sheikh Majid Al Mualla ricoprirà la carica di divisional senior vice president of international affairs. Tre promozioni interne che completano il quadro di un top management che dovrà riportare alla crescita la compagnia aerea.

Adel Al Redha, per esempio, abbandona il precedente ruolo di executive vice president per occuparsi solo ed esclusivamente dell’operatività come chief operating officer. La poltrona di chief commercial officer, lasciata vuota lo scorso maggio da Thierry Antinori – passato nel frattempo ai cugini di Qatar Airways come chief strategy and transformation – viene confermata, invece, ad Adnan Kazim, che ha sostituito ad interim Antinori negli ultimi quattro mesi.

Dopo numerosi anni di rapida crescita, infatti, i risultati di Emirates hanno subito un brusco rallentamento. Nonostante nell’ultimo anno fiscale (2018-19) la compagnia abbia fatto profitti per oltre 237 milioni di dollari, questo risultato è inferiore del 69% rispetto a quello dell’anno precedente. La compagnia, inoltre, ha visto lievitare i costi operativi dell’8%.

Il vettore di Dubai ha sicuramente sofferto, come tutte le compagnie, l’incremento del prezzo del carburante  negli ultimi mesi, ma ha anche dovuto affrontare i deludenti risultati prodotti dall’A380, il mega-aereo di Airbus. La compagnia, nel corso dell’ultimo anno, ha perfino modificato la commessa a Tolosa, convertendo i 39 Airbus A380 in 40 A330neo e 50 A350. Mossa che ha anche definitivamente affossato la produzione degli A380 di Airbus, portando la casa costruttrice all’annuncio dello stop alla produzione del jumbo.

Così, oltre al prezzo del jet fuel e alla”crisi” degli A380, la necessità di una riorganizzazione manageriale sembra essere l’ulteriore tassello utile per comprendere l’improvvisa frenata di Emirates. La riorganizzazione manageriale, però, verrà accompagnata anche dal rinnovo della flotta.

Lo stesso presidente, Tim Clark, ha annunciato poche settimane fa che «Emirates sta valutando numerose tipologie di aeromobili in modo da soddisfare la meglio la struttura del network aereo». Negli ultimi anni, infatti, la compagnia aerea ha ordinato a Boeing 40 B787 e 150 B77x, e ad Airbus circa 80 aeromobili (tra A330 e A350) – in consegna tra il 2020 e il 2026 – e sarebbe pronta a stringere ulteriori accordi con le case costruttrici durante il prossimo Dubai Air Show, la fiera internazionale del trasporto aereo commerciale e militare.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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