Emilia Romagna, l’estate grandiosa e la normalità perduta: i dati Assoturismo-Cst

Emilia Romagna, l’estate grandiosa e la normalità perduta: i dati Assoturismo-Cst
08 Settembre 06:28 2021 Stampa questo articolo

Segnali positivi per l’intera offerta turistica dell’Emilia Romagna. È il dato saliente dell’indagine commissionata da Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna al Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 512 imprese ricettive sul territorio. Il trend positivo, infatti, ha interessato tutte le aree della regione, ma il differenziale stimato rispetto al 2019 è di 4 milioni circa di pernottamenti in meno. L’aumento delle presenze non ha attenuato, poi, le difficoltà gestionali delle imprese: impiego del personale e aumento dei costi i tasti dolenti. Ma le criticità maggiori si sono registrate nel  turismo organizzato, che non è affatto ripartito, con le agenzie di viaggi che soffrono una crisi pesantissima.

Così, anche se l’estate 2021 ha portato una boccata d’ossigeno al turismo emiliano-romagnolo registrando con segnali di ripresa dalla seconda metà di giugno, il settore ha bisogno però di una seria programmazione e interventi decisi per ritornare alla normalità perduta, spiega l’associazione.

«La ripresa c’è stata, ma le difficoltà nella gestione delle nostre imprese sono state elevatissime – commenta Fabrizio Albertini, presidente Assohotel Confesercenti Emilia Romagna — Il reperimento del personale in primo luogo. Sono praticamente mancate tutte le figure professionali nel turismo e diverse aziende hanno dovuto limitare la propria operatività per questo motivo. Tra le misure ritenute indispensabili per la ripresa del comparto: sostegni alle imprese in difficoltà e una politica di investimenti sulla formazione professionale per il settore, oltre a necessarie modifiche contrattuali e normative».

I fattori che hanno contribuito al conseguimento dei risultati: in primis la voglia di viaggiare degli italiani, ma anche la difficoltà di pianificare viaggi all’estero per le insicurezze sanitarie. Una discreta spinta al mercato è arrivata anche dall’introduzione del green pass europeo ad inizio luglio che ha finalmente aperto la possibilità ai cittadini comunitari di muoversi per turismo. Infine, un contributo importante è venuto dal posizionamento competitivo dell’offerta regionale sui principali mercati turistici e la variegata offerta di proposte ed eventi.

Da giugno ad agosto negli hotel e nelle altre strutture ricettive sono stati registrati 20,1 milioni di pernottamenti, cioè il +37% rispetto allo stesso trimestre 2020. Oltre 2,4 milioni le presenze dei turisti stranieri (+41,7%), oltre 17,7 milioni quelle degli italiani (+36%).  Complessivamente, dai risultati dell’indagine Cst emerge un trend di crescita abbastanza omogeneo. In particolare, nel trimestre estivo il comparto alberghiero ha segnato il +37,9%, mentre l’extralberghiero si è attestato sul +34,2%.

Risultati positivi, ma che raccontano comunque di una stagione al di sotto di quella che si può considerare la normalità, con 4 milioni in meno di pernottamenti rispetto al 2019 (-16%).

Con riferimento agli ambiti territoriali, i risultati sono differenziati: al mare si registra un aumento stimato delle presenze sul 2020 del 37%, per un totale di oltre 17,7 milioni, con un rafforzamento sia della componente straniera (+41%) sia di quella italiana (+37%). Rispetto al 2019 però, si registra una diminuzione del 14,7%.

Nelle città d’arte il trimestre ha segnato un +39,8% di aumento dei pernottamenti, pari a oltre 1,1 milioni sul 2020, con un +38% delle presenze italiane e un +45% quelle degli stranieri. Rispetto al 209 il dato segnerebbe ancora il -36,6%.

Per quanto riguarda le località termali il trimestre si attesta al +38,4%, sul 2020, con una crescita significativa degli stranieri (+44%) e delle presenze dei connazionali (+38%). Circa 270mila le presenze stimate, ma rispetto al 2019 il dato segnerebbe ancora il -29,6%.

Nei comuni dell’Appennino la stima è di una crescita del 28,3% rispetto al 2020 (+28% di italiani e +39% di stranieri). Circa 405mila le presenze stimate e il differenziale rispetto al 2019 si attesterebbe al -3,9%.

Ora l’attenzione delle imprese è rivolta a settembre e ben il 55% del campione ha segnalato il proseguimento del trend di crescita della domanda rispetto al 2020. In valori assoluti, la variazione attesa per questo mese, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è di oltre 320mila pernottamenti in più, per un totale di oltre 3,1 milioni.

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