Emergenza liquidità: ecco le compagnie aeree sotto stress

14 Aprile 12:23 2020 Stampa questo articolo

La querelle sui rimborsi aerei rischia di diventare il canto del cigno per alcune compagnie aeree già in crisi di liquidità nel periodo pre Covid-19: è quanto rileva una ricerca della Bank of America “Head for Pointes” che ha analizzato le casse di alcune importanti aerolinee internazionali.

La situazione più critica sarebbe quella del Gruppo Iag (British Airways in testa) poiché risulta che il 75% della liquidità proviene dai biglietti prenotati su voli cancellati nel mese di marzo, pari a circa 3,5 miliardi di sterline (quasi 4 miliardi di euro), mentre Air France-Klm sarebbe in grado di far fronte al volume di rimborsi per tutti i suoi biglietti prenotati anche se brucerebbe il 55% delle sue casse.

La compagnia aerea che, tra quelle analizzate, presenta ad oggi il miglior stato di salute è la Turkish Airlines che avrebbe spalle ben robuste in termini di liquidità, potendo onorare senza problemi la massa di rimborsi. In forte criticità invece easyjet che ha recentemente beneficiato di un prestito di 600 milioni di sterline (680 milioni di euro) e che rischierebbe di compromettere il proprio risanamento; da qui la recente promozione sulle nuove prenotazioni, quale alternativa ai rimborsi che in totale avrebbero un valore doppio di quanto il vettore dispone attualmente in cassa.

Lo stress finanziario derivante dai rimborsi non risparmierebbe nemmeno Ryanair che brucerebbe il 52% della liquidità attualmente disponibile, ma ben più grave risulta la condizione di Norwegian Air, terza compagnia aerea europea più grande in base ai bilanci 2019, poiché le rigide restrizioni sui collegamenti verso gli States – suo core business – sta provocando una vera e propria sfida alla sopravvivenza.

Da qui, secondo gli analisti di Bank of America, la legittima difesa di Iata che spinge l’acceleratore sull’opzione dei voucher aerei, poiché le aerolinee non sono in grado di onorare le richieste di rimborso. Poi c’è la grossa incognita della policy adottata dalle società di carte di credito che potrebbero trattenere la preziosa liquidità maturata dalle prenotazioni di marzo e aprile, in un momento in cui quasi tutti i vettori devono fronteggiare costi giornalieri crescenti a fronte di zero guadagni dalle vendite di posti aerei per via dell’annullamento del 90% dei collegamenti.

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