Emergenza acqua alta a Venezia, l’allarme degli albergatori

13 Novembre 12:26 2019 Stampa questo articolo

Continua l’emergenza alta marea a Venezia. Nella serata di martedì 12 novembre l’acqua ha raggiunto il picco di 1 metro e 87, seconda misura nella storia dopo i 194 centimetri del 1966.

Al momento ci sono due vittime in laguna, nell’isola di Pellestrina: un 78enne rimasto fulminato mentre faceva ripartire le elettropompe nella casa allagata e un altro abitante, probabilmente morto per cause naturali.

Sono numerosissimi i danni subiti dal centro storico della città. C’è acqua alta anche nella Basilica di San Marco (e la cripta è stata sommersa) e al Teatro la Fenice, dove ha invaso le aree di servizio rendendo inutilizzabile il sistema elettrico e antincendio. Risultano danneggiate circa sessanta imbarcazioni, tra cui anche vaporetti, e lo stesso Centro Maree è stato vittima della mareggiata, che ha danneggiato le linee telefoniche.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro chiede lo stato di calamità naturale per la città. «Chiederemo stato di crisi – ha scritto su twitter Brugnaro – Cittadini e imprese raccolgano materiale utile a dimostrare danni subiti. Nei prossimi giorni comunicheremo modalità per richiesta di contributo». E ancora: «Venezia è in ginocchio. La Basilica di San Marco ha subito gravi danni come l’intera città e le isole. Siamo qui con il Patriarca Moraglia per portare il nostro sostegno ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti per superare queste giornate che ci stanno mettendo a dura prova». Intanto tutte le scuole in città restano chiuse.

La situazione non è migliore sul fronte alberghi. Molte strutture si sono trovate in gravi difficoltà nella notte di martedì, con il picco di marea di 187 centimetri. «È una devastazione: i danni sono ingentissimi e purtroppo non è finita qui – ha detto il direttore dell’Associazione veneziana albergatori Claudio Scarpa – Stanno continuando le alte maree ed essendo saltati i quadri elettrici gli hotel non hanno nemmeno più le pompe disponibili per far uscire l’acqua. Uno dei nostri associati aveva turisti nelle camere a piano terra che sono dovuti fuggire con le loro cose ai piani più alti».

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