E-fattura, niente proroga. Rebecchi: «Più costi per le adv»

22 Novembre 13:12 2018 Stampa questo articolo

Nessuna proroga per la fatturazione elettronica obbligatoria, che scattera come previsto dal 1° gennaio 2019. Le criticità evidenziate dal Garante per la privacy, potrebbero avere come conseguenza solo una correzione del sistema. La conferma arriva dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, durante l’inaugurazione dell’anno di studi 2018-19 della Guardia di Finanza.
Il governo, dunque, non intende fare alcun passo indietro, che gli costerebbe circa 2 miliardi di mancate entrate.

In queste ore è intervenuto, sul tema, anche Gianni Rebecchi, presidente Assoviaggi: «In un’agenzia di viaggi la fatturazione elettronica migliora la qualità del lavoro, ma al tempo stesso aggiunge una voce di costo in più nel conto economico».

«L’e-fattura  – ha aggiunto – non stravolge più di tanto il processo operativo in adv, ma dobbiamo calibrarne il peso e valutarne tutti i lati positivi e negativi in una logica d’economia d’impresa. Sentendo il parere di diversi agenti, questo sistema, soprattutto riguardo alla fatturazione passiva, ovvero quella che riceviamo dai fornitori, è decisamente un vantaggio. E questo perché, in un’agenzia che opera con corrispondenti nel mondo, con guide turistiche, ristoranti o musei, sono assai numerose le documentazioni contabili».

«In pratica, non ci saranno più i postini, e non ci sarà più il rischio di perdere delle buste contenenti fatture», ha sottolineato il presidente di Assoviaggi, ribadendo che dal punto di vista passivo si è di fronte a una semplificazione costruttiva che dà maggiore qualità al lavoro svolto. È evidente, però, che tutte quelle imprese strutturate con un sistema gestionale, come nel 90% della nostra categoria, dovrà ricevere la soluzione ottimale da chi fornisce questo servizio per una modalità automatica».

Dal punto di vista della fatturazione attiva, Rebecchi sostiene che non cambierà quasi nulla e che «ci saranno forse dei correttivi, ma saranno piccoli dettagli». Il punto dolente, semmai, è un altro: «a fronte di un adempimento che noi facciamo per il nostro sistema fiscale – continua – i costi ricadranno, come sempre, sulle imprese. Da tempo nel nostro Paese, qualsiasi azione politica sull’innovazione, non prevede, come invece dovrebbe essere, uno stimolo all’adeguamento di questa azione. Dico questo perché nel giro di 18 mesi, le agenzie hanno dovuto affrontare nuove spese, dalla privacy all’assicurazione, e ora si aggiunge anche l’e-fattura che non è una piccola voce di costo. Se ci fosse stato un orientamento diverso, come i bandi dell’industria 4.0, con sostegno alle implementazioni richieste, avremmo certamente affrontato le innovazioni con ben altro spirito».

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Andrea Lovelock
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