Digitale e turismo, l’Italia è ancora indietro

16 Marzo 13:10 2018 Stampa questo articolo

Nell’Italia del travel manca la cultura del digitale. Pur essendo la nazione più ricercata sul web, lo Stivale deve scontare il ritardo dei propri operatori – privati e pubblici – nell’intercettare i nuovi turisti, internazionali e non, sempre più iperconnessi che iniziano il viaggio proprio sul web.

Tra marketing automatico, big data e intelligenza artificiale, l’obiettivo è quindi riuscire a intercettare i nuovi consumatori, quelli capaci per intenderci di generare un giro d’affari legato al travel online di 11,2 miliardi di euro (nel 2017) nel solo Belpaese.

«La maggior parte degli acquisti riguarda i trasporti, con il 73%, mentre le strutture ricettive sono intorno al 15% – ha spiegato a Netcomm Focus Travel, evento organizzato durante la Milano Digital Week, Filippo Renga, codirettore dell’Osservatorio Innovazione Digital nel Turismo del Politecnico di Milano – L’aspetto significativo è che nell’ultimo anno sono cresciuti anche i pacchetti turistici, arrivati al 12%, ma facendo segnare un +12%».

E se il travel, all’interno dell’ecommerce italiano rappresenta un quinto della torta, le prenotazioni arrivano soprattutto da tablet e pc (87%), mentre lo smartphone ha ancora un’incidenza limitata. Molto più forte anche la componente diretta di vendita (76%) rispetto a quella indiretta, che passa da Olta, aggregatori e comparatori.

Le difficoltà, però, sta nel processo d’acquisto, a cominciare dal fatto che «sono sempre di più i viaggiatori che comprano mentre sono in vacanza», complice anche l’abolizione del roaming nel vecchio continente.

«Non va dimenticato che il turista digitale fa zapping prima di prenotare, e proprio in questo momento che anche le agenzie i viaggi possono inserirsi e indirizzare poi l’acquisto», ha concluso Renga.

A livello mondiale, secondo i dati di Netcomm Focus Travel, l’etravel durante il 2017 ha visto un incremento dei servizi di mobilità e delle prenotazioni online legate al viaggio, che si prevede che entro il 2022 arriveranno a 1.025 miliardi di dollari (+9,3% rispetto ad oggi, di cui 702 miliardi per la mobilità e 324 per l’online booking).

Se si guarda al fatturato, in particolare, sarà la Cina a registrare la percentuale maggiore di incremento (+14%), seguita da Europa e Stati Uniti, anche se saranno proprio questi ultimi a detenere il primato globale dell’etravel: 280 miliardi di dollari nel 2022, contro i 265,8 dell’Europa, 221,5 per la Cina e 258,3 per il resto del mondo.

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Giorgio Maggi
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