Decreto Briciole, raschiando il fondo perduto

Decreto Briciole, raschiando il fondo perduto
22 Marzo 11:23 2021 Stampa questo articolo

Venerdì sera, dopo mesi di traccheggi e nel mezzo della staffetta Conte-Draghi, il governo ha varato l’atteso decreto Sostegni, ex Ristori 5, che d’ora in avanti per chiarezza chiameremo decreto Briciole. Se si escludono i beneficiari di aiuti mirati (la montagna, le fiere, ma anche adv e t.o. – assenti da questo provvedimento e vittime di enormi ritardi – ma in ballo per un secondo fondo ad hoc), una grossa parte delle imprese dell’indotto turistico si ritrova a raschiare il fondo perduto del roboante calderone da 11 miliardi.

Abbiamo gioito, ingenuamente, che questo ci fosse. Abbiamo titolato sulla promessa dei bonifici dall’8 aprile. Abbiamo sperato che lo svincolo dai codici Ateco facesse un po’ di giustizia. Per un attimo abbiamo creduto che il fantomatico calcolo su base annua ci ristorasse in modo equo. E invece no. Quelle che arriveranno nelle casse delle aziende entro aprile saranno solo briciole, pari sì e no al 5% della perdita totale di fatturato 2020. Gli aiuti, infatti, saranno calibrati sul calo medio mensile dello scorso anno rispetto al 2019, a cui sarà applicata una percentuale dal 20 al 60%, a seconda dell’azienda. E sebbene il sistema di calcolo appaia sofisticato con ben cinque fasce di ristoro in base al livello di fatturato, quello che (in un caso o nell’altro) verrà apposto sulle ferite inferte dal Covid sarà un minuscolo cerottino.

È chiaro, dunque, che chi ha esultato – noi compresi – lo abbia fatto senza ragione. Ma dal limone più aspro (per citare la serie tv This is Us), come siamo soliti fare, tenteremo di tirare fuori la migliore delle limonate. Ovvero: ce la metteremo tutta per fare, con le nostre sole forze, un giornale affidabile e per questo molto seguito. Così da ripagare nel più sensato dei modi gli investitori che crederanno in noi. Una resistenza condotta con la dignità costruita in quasi 60 anni di storia e pubblicazioni ininterrotte. Una resistenza, però, che richiede grandi sforzi. Tali da renderci meno pazienti verso chi ci mancherà di rispetto o avanzerà, nei nostri confronti, ingiustificate pretese.

Ma non è solo nostro lo scontento. Tra le prime reazioni, quella di Confcommercio con il suo presidente Carlo Sangalli che ha subito bollato come «insufficienti» le risorse per le imprese contenute nel decreto. E, conti alla mano, ha ricordato come il provvedimento abbia stanziato per il fondo perduto circa 11 miliardi (su 32 totali) a fronte di tre milioni di soggetti interessati e un crollo dei consumi prossimo ai 130 miliardi di euro nel 2020. Briciole, appunto.

Amareggiata anche Assoturismo Confesercenti: «Le imprese non lavorano ormai da un anno, e non vedono una via d’uscita – ha ricordato il presidente Vittorio Messina – E il dl si è dimostrato deludente: le risorse messe a disposizione basterebbero a malapena a coprire le perdite di Pasqua». Unico elemento che rincuora, per l’associazione, è «la promessa di Draghi di nuovi stanziamenti». 

Ma con le promesse (anche dette chiacchiere) non si cantano messe. E non si pagano gli stipendi.

In attesa di nuovi ed entusiasmanti decreti governativi, ci limitiamo a riportare il testo integrale del dl Sostegni bollinato dalla Ragioneria di Stato.

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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