Dalla Sars agli attentati, ma il turismo è resiliente

by Giorgio Maggi | 18 Febbraio 2020 7:00

Da quasi vent’anni la travel industry subisce, a intervalli più o meno regolari, frenate o rallentamenti legati a eventi non prevedibili: catastrofi naturali, terrorismo, geopolitica o epidemie. Oggi i decessi causati dal coronavirus hanno superato quelli della Sars, sindrome acuta respiratoria severa, del 2002-2003 che fece registrare 774 vittime. All’origine, in entrambi i casi, il commercio di animali e, si dice da più parti, la decisione della Repubblica Popolare di coprire per settimane, se non mesi, l’esistenza dei virus.

In attesa di conoscere i tempi per la scomparsa del coronavirus e le conseguenze sul mondo del travel a livello globale, quel che è certo è che la Sars impiegò più o meno un semestre per essere definitivamente debellata a metà 2003, dopo che nel febbraio dello stesso anno l’Oms aveva ricevuto un rapporto dal ministro della Sanità cinese sul virus (le prime segnalazioni sospette risalivano a metà novembre dell’anno prima). Ma non ci sono state solo epidemie e non tutte le “tragedie” sono venute dalla Cina. Dalle Torri Gemelle allo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004, dagli attacchi terroristici in Francia e Belgio del 2015-16 alla caduta dell’A321 russo sulla Penisola del Sinai nel novembre 2015, fino agli attacchi suicidi all’aeroporto di Istanbul nel 2018, da anni che la paura di partire fa capolino da un capo all’altro del pianeta.

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Ma, sottolinea una recente ricerca realizzata dal World Travel & Tourism Council prendendo in considerazione 90 momenti di “crisi” tra il 2001 e il 2018, senza che il timore di viaggiare duri a lungo. «Il settore Travel & Tourism si conferma uno dei più resilienti. I dati mostrano che i tempi di recupero sono diminuiti in modo significativo negli ultimi vent’anni», ha detto Gloria Guevara, presidente e ceo di Wttc, presentando la survey. «L’instabilità politica, in particolare, rappresenta la sfida più difficile da affrontare per il settore turistico, avendo i tempi di recupero più lunghi».

Stando ai risultati di Wttc, la capacità del settore di tornare ai livelli pre-crisi è passata dai 26 mesi del 2001 (anno delle Torre Gemelle) ai 10 mesi del 2018. Tra le quattro tipologie di “crisi” prese in considerazione, gli avvenimenti legati agli assetti geopolitici si sono dimostrati i più difficili da gestire (in media 22,2 mesi per il recupero, con un minimo di 10 mesi), mentre i casi legati ad attacchi terroristici o incidenti sono stati i più “facili” da affrontare (in media 11,5 mesi, con un minimo di due mesi). In mezzo, le difficoltà legate a dissesti naturali ed epidemie che richiedono rispettivamente 16,2 e 19,4 mesi per tornare allo stato pre-crisi.

Endnotes:
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